Uno vino simbolo è difficile da presentare. C’è una sorta di timore reverenziale, ti fa pensare che qualunque cosa succeda dopo averlo stappato, non saranno ammesse critiche. Sarà senza ombra di dubbio eccellente. È certificato da super esperti di ogni dove e quindi niente, stai schiscio e vedi di far lavorare le papille, anche per l’investimento fatto nell’acquisto. È una delle 71.182 bottiglie prodotte dalla Tenuta San Leonardo nell’annata 2015.
Ladies and Gentlemen, San Leonardo!
Questa cantina attraversa quasi tre secoli di storia e rappresenta una delle pagine più belle dell’enologia Italiana. Un racconto che, parlando del suo vino rosso più conosciuto inizia con la prima annata del 1982. Io ho nel calice la 2015, una grande annata per il vino italiano. L’uvaggio si rifà alla tradizione Bordolese. Nel San Leonardo spicca una dominanza di Cabernet Sauvignon al 60%, insieme e Carmenère 30% e Merlot 10%. La vinificazione avviene in cemento e l’affinamento in barriques per due anni e poi in bottiglia. Il terroir è quello trentino della località San Leonardo di Avio (TN). Le vigne sono a circa 150 m/slm protette dalle montagne e radicate su suoli drenanti e composti da residui fluviali di ciottoli, sabbie e calcari dolomitici.
Pensare ad un bordolese/trentino mi ha riportato alla memoria il viaggio fatto da St. Emilion al Medoc ma anche i tanti rossi di questa magnifica regione vinicola che è il Trentino.
Alla vista ha un colore compatto, lascia intravedere sfumature di rosso granato e rubino sui bordi. I profumi parlano con voce calma e pacata di frutti di bosco ed erbe balsamiche. Eleganza e pulizia sono subito percepibili. Pensavo alle note tipiche del Cabernet che qui sono evolute nel migliore dei modi. L’assaggio è dinamico, inizialmente teso ed energico. Gli aromi di piccoli frutti come mirtilli e ribes danzano su sensazioni minerali e sapide. Si allunga sul retronasale con note speziate e balsamiche. Sfuma lentamente tra le guance, accompagnato da un tannino sottile.
Dimostra una gran bella personalità. Ti rimane in bocca con sentori di cacao e sottobosco che ti fanno sentire in gita. Grande armonia e piacevolezza. Il volume alcolico, contenuto al 13%, non opprime e lascia spazio alle fragranze. È un vino che solo per uvaggio e precisione mi ricorda i bordolesi. Il San Leonardo parla di Trentino, di verticalità e mineralità. All’opulenza di tanti bordolesi si contrappone con finezza ed energia, caratteristiche di un terroir ben diverso. Bello vedere come interagiscono e si esprimono in questo grande rosso. Continuo a ripensare a quanto sia buono il Cabernet quando evolve come nel San Leonardo, dove il “vegetale” diventa un distillato balsamico di pura bellezza.
L’Alto Adige è un delle prime zone in cui è stata introdotta la coltivazione di varietà resistenti alle malattie fungine. La cantina Santerhof di Wilhelm Gasser è situata all’ingresso della Val Pusteria, a Rio di Pusteria, ha i vigneti coltivati esclusivamente con varietà resistenti ad un’altitudine di poco inferiore agli 800 metri, sono i vigneti più a nord dell’Alto Adige. Oltre all’uva, Gasser coltiva una quarantina di varietà di mele e offre ospitalità nel proprio agriturismo. L’azienda è certificata Biologica.
Sono sei i vini prodotti dalla tenuta Santerhof Primus: bianco da uve Solaris Muskaris: bianco da uve Muscaris Gratus: bianco da uve Johanniter Rubus: rosso da uve di Cabernet Cortis e Regent Robustus: rosso da uve Monarch e Cabernet Cortis Soleil: passito
Di questi ne ho degustati due:
01.1 –Solaris Primus 2018, Tenuta Santerhof – Wilhelm Gasser L’uva Solaris che caratterizza il Primus è una delle 20 varietà resistenti iscritte al registro nazionale, vitigno creato nel 1975 dall’istituto di ricerca di Friburgo e successivamente ibridato all’Istituto di San Michele all’Adige che ne ha richiesto la registrazione avvenuta poi nel 2013. Come vitigno, il Solaris porta con sé una parentela con il Riesling e il Pinot grigio. È un vino bianco secco con volume alcolico del 13%. Alla vista è di un giallo paglierino tenue e cristallino. I profumi ricordano la frutta esotica, frutto della passione, ananas, poi la pesca bianca, erbe aromatiche di montagna, fieno. In modo delicato ricorda anche i Riesling giovani e il Gewurtztraminer. In bocca è minerale, sapido, con un bel frutto fresco e fragrante, torna la pesca bianca. Alla freschezza fa da contraltare una sensazione glicerica, vellutata. L’aroma fruttato ti accompagna a lungo. Si ha la sensazione di assaggiare un vino dove il succo d’uva è protagonista e in armonia con la parte alcolica. Si apprezza molto di più se degustato fresco a 8/10° al massimo. È un vino che trasmette naturalità e territorio, l’aria frizzante di montagna sembra racchiusa in questo vino. L’aromaticità non invadente e l’armonia delle sue componenti me lo fanno posizionare come ottimo starter in un aperitivo oppure ad accompagnare del pesce marinato o il sushi. Un bianco elegante anche per occasioni speciali. Il tappo Stelvin (a vite) dovrebbe servire per un consumo dilazionato, difficile che succeda, un calice chiama l’altro.
01.2 -Robustus 2017, Tenuta Santerhof – Wilhelm Gasser Il Robustus è un blend di Monarch e Cabernet Cortis affinato 10 mesi in barrique. ll vitigno Monarch originato a Friburgo nel 1998, deriva dall’incrocio tra Solaris e Dornfelder. L’altro vitigno del blend, il Cabernet Cortis, come si percepisce dal nome, deriva dall’incrocio tra Cabernet Sauvignon e Solaris. Anche lui arriva da Friburgo, creato nel 1982 ed iscritto in Italia nel 2013. È un vino rosso secco con volume alcolico del 13%. Prima ancora di annotare le sfumature rosso granato del vino senti arrivare al naso le note intense di frutti di bosco. Olfattivamente ricorda il lampone e le erbe balsamiche, penso anche al ginepro. In bocca ha una notevole acidità, si confermano gli aromi di piccoli frutti, anche more e mirtilli e una nota vegetale. È fresco, con una buona acidità che lo rende facile da bere e una mineralità che ti accompagna a lungo. Di media corporatura. Anche in questo vino si ha una bella sensazione di naturalità ma ne percepisco una minor complessità rispetto al bianco Primus. Vino ideale per un consumo quotidiano. Sarei curioso di assaggiarlo con i tipici canederli alla tirolese ma mi accontento di qualche fettina di pane nero con lo speck
Se passate in Val Pusteria:
Santerhof, Wilhelm Gasser, Via Pusteria 40, Rio di Pusteria (BZ) – sito web
Degustazione effettuata da Luca Gonzato, maggio 2020
Provincia di Bolzano Comuni di: Aldino, Andriano, Appiano, Bolzano, Bronzolo, Caines, Caldaro, Cermes, Cornedo all’Isarco, Cortaccia, Cortina all’Adige, Egna, Fie’, Gargazzone, Lagundo, Laives, Lana, Magre’ all’Adige, Marlengo, Meltina, Merano, Montagna, Nalles, Ora, Postal, Renon, Rifiano, Salorno, San Genesio, San Pancrazio, Scena, Termeno, Terlano, Tesimo, Tirolo, Vadena, parte di Barbiano, Bressanone, Castelrotto, Chiusa, Funes, Laion, Naz-Sciaves, Velturno, Villandro, Varna, Castelbello-Ciardes, Laces, Naturno, Parcines e Silandro.
tipologie Alto Adige spumante (anche rosé e riserva) Alto Adige bianco, weiss in tedesco (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Chardonnay (anche spumante, passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Kerner (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Moscato giallo (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Müller Thurgau (anche passito e vendemmia tardiva) Alto Adige Pinot bianco (anche spumante, passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Pinot grigio (anche spumante, passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Riesling (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Riesling italico (anche vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Sauvignon (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Sylvaner (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Traminer aromatico (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Cabernet o Cabernet Sauvignon o Cabernet franc (anche riserva) Alto Adige Lagrein (anche rosato o rosè o Kretzer e riserva) Alto Adige Malvasia (anche riserva) Alto Adige Merlot (rosato o rosè o Kretzer e riserva) Alto Adige Moscato rosa (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Pinot nero (anche spumante, rosato o rosé o Kretzer e riserva) Alto Adige Schiava o Schiava grossa o Schiava gentile Alto Adige Schiava grigia Alto Adige Cabernet-Lagrein (anche riserva) Alto Adige Cabernet-Merlot (anche riserva) Alto Adige Lagrein-Merlot (anche riserva) Alto Adige Chardonnay-Pinot Bianco (anche passito e riserva) Alto Adige Chardonnay-Pinot Grigio (anche passito e riserva) Alto Adige Pinot Bianco-Pinot Grigio (anche passito e riserva) Alto Adige Colli di Bolzano / Bozner Leiten Alto Adige Meranese di Collina / Meranese / Meraner Hügel / Meraner Alto Adige Santa Maddalena / St. Magdalener (anche classico) Alto Adige Terlano / Terlaner (anche classico, passito e riserva) Alto Adige Terlano / Terlaner Chardonnay (anche classico, passito e riserva) Alto Adige Terlano / Terlaner Müller Thurgau (anche classico, passito e riserva) Alto Adige Terlano / Terlaner Pinot bianco (anche classico, passito e riserva) Alto Adige Terlano / Terlaner Pinot grigio (anche classico, passito e riserva) Alto Adige Terlano / Terlaner Riesling (anche classico, passito e riserva) Alto Adige Terlano / Terlaner Riesling italico (anche classico, passito e riserva) Alto Adige Terlano / Terlaner Sauvignon (anche classico, passito e riserva) Alto Adige Terlano / Terlaner Sylvaner (anche classico, passito e riserva) Alto Adige Valle Isarco / Eisacktal / Eisacktaler Kerner (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Valle Isarco / Eisacktal / Eisacktaler Müller Thurgau (anche passito e vendemmia tardiva) Alto Adige Valle Isarco / Eisacktal / Eisacktaler Pinot grigio (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Valle Isarco / Eisacktal / Eisacktaler Riesling (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Valle Isarco / Eisacktal / Eisacktaler Sylvaner (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Valle Isarco / Eisacktal / Eisacktaler Traminer aromatico (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Valle Isarco / Eisacktal / Eisacktaler Veltliner (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Valle Isarco Klausner Laitacher Alto Adige Valle Venosta / Vinschgau Chardonnay (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Valle Venosta / Vinschgau Kerner (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Valle Venosta / Vinschgau Müller Thurgau (anche passito e vendemmia tardiva) Alto Adige Valle Venosta / Vinschgau Pinot bianco (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Valle Venosta / Vinschgau Pinot grigio (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Valle Venosta / Vinschgau Riesling (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Valle Venosta / Vinschgau Sauvignon (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Valle Venosta / Vinschgau Traminer aromatico (anche passito, vendemmia tardiva e riserva) Alto Adige Valle Venosta / Vinschgau Pinot nero (anche riserva) Alto Adige Valle Venosta / Vinschgau Schiava Alto Adige Lago di Caldaro classico (anche superiore)
menzioni geografiche Classico – Santa Maddalena / St. Magdalener: frazioni e sottofrazioni di Santa Maddalena, Santa Giustina, Laitago (Coste), San Pietro, Guncina, S. Giorgio, Rena (Sabbia), Santa Giustina di Sopra, Laitago di Sopra, Signato, Laste Basse, Cardano in comune di Cornedo, Campiglio, Virgolo, Aslago, Rencio e S. Maurizio in comune di Bolzano, Settequerce in comune di S. Genesio, i masi Reiter, Diem, Raindl, Ebnicher e Plattner in comune di Renon. Classico – Terlano / Terlaner: comuni di Terlano, parte di S. Genesio, Meltina, Tesimo, Nalles, Andriano, Appiano, Caldaro. Colli di Bolzano / Bozner Leiten: comuni di Laives, parte di Terlano, S. Genesio, Bolzano, Renon, Fie’ e Cornedo. Meranese di Collina / Meranese / Meraner Hügel / Meraner: comuni di Merano, Caines, Cermes, Gargazzone, Lagundo, Lana, Marlengo, Postal, Rifiano, S. Pancrazio, Scena, Tesimo, Tirolo. Valle Isarco / Eisacktal / Eisacktaler: comuni di Barbiano, Bressanone, Castelrotto, Chiusa, Fie’, Funes, Laion, Naz-Sciaves, Renon, Velturno, Villandro e Varna. Valle Venosta / Vinschgau: comuni di Castelbello-Ciardes, Laces, Naturno, Parcines e Silandro. Lago di Caldaro: comuni di Caldaro, Appiano,Termeno, Cortaccia, Vadena, Egna, Montagna, Ora e Bronzolo. Klausner Laitacher: comuni di Barbiano, Chiusa, Velturno e Villandro.
uvaggio Alto Adige aChardonnay, Kerner, Moscato giallo, Müller Thurgau, Pinot bianco, Pinot grigio, Riesling, Riesling italico, Sauvignon, Sylvaner, Traminer, Cabernet o Cabernet Sauvignon o Cabernet franc, Lagrein , Malvasia, Merlot, Moscato rosa, Pinot nero, Schiava o Schiava grossa o Schiava gentile e Schiava grigia: minimo 85% del vitigno corrispondente; possono concorrere uve a bacca di colore analogo, massimo 15%. Alto Adige (con 2 varietà) Cabernet-Merlot, Cabernet-Lagrein, Merlot-Lagrein: minimo 15% per varietà. Alto Adige spumante metodo classico: Pinot bianco e/o Pinot nero e/o Chardonnay. Alto Adige spumante metodo classico rosé: Pinot nero minimo 20%; possono concorrere Pinot bianco e/o Chardonnay. Alto Adige bianco: Chardonnay e/o Pinot bianco e/o Pinot grigio minimo 75% (minimo 2 varietà di cui ciascuna massimo 70%); Müller Thurgau e/o Sauvignon e/o Riesling e/o Sylvaner e/o Traminer aromatico e/o Kerner massimo 25%. Alto Adige passito (con 2 varietà) Chardonnay e/o Pinot bianco e/o Pinot grigio e/o Müller Thurgau e/o Sauvignon e/o Riesling e/o Sylvaner e/o Traminer aromatico e/o Kerner e/o Moscato giallo: minimo 15% per varietà. Alto Adige (con 2 varietà) Chardonnay-Pinot bianco, Chardonnay-Pinot grigio, Pinot bianco-Pinot grigio: minimo 15% per varietà. Alto Adige Colli di Bolzano, Meranese di Collina, Meranese, Santa Maddalena: vitigni Schiave minimo 85%; possono concorrere uve a bacca di colore analogo, massimo 15%. Alto Adige Terlano Chardonnay, Müller Thurgau, Pinot bianco, Pinot grigio, Riesling, Riesling italico, Sauvignon, Sylvaner: minimo 85% del vitigno corrispondente; possono concorrere uve a bacca di colore analogo, massimo 15%. Alto Adige Terlano: Pinot bianco e/o Chardonnay minimo 50%: Riesling italico, Riesling, Sauvignon, Sylvaner, Müller Thurgau e Pinot grigio, massimo 15%. Alto Adige Valle Isarco Traminer aromatico, Pinot grigio, Veltliner, Sylvaner, Müller Thurgau, Kerner, Riesling: minimo 85% del vitigno corrispondente, possono concorrere uve a bacca di colore analogo, massimo 15%. Alto Adige Valle Isarco Klausner Laitacher: Schiava e/o Portoghese e/o Lagrein e/o Pinot nero. Alto Adige Valle Venosta Chardonnay, Kerner, Müller Thurgau, Pinot bianco, Pinot grigio, Riesling, Traminer aromatico, Sauvignon, Pinot nero, Schiava: minimo 85% del vitigno corrispondente, possono concorrere uve a bacca di colore analogo, massimo 15%.
Lago di Caldaro / Caldaro / Kalterersee / Kalterer DOC
Province di Bolzano e Trento Provincia di Bolzano, comuni di: Caldaro, Appiano, Termeno, Cortaccia, Vadena, Nalles, Andriano, Magrè all’Adige, Egna, Montagna, Ora e Bronzolo. Provincia di Trento, comuni di: Roverè della Luna, Mezzocorona, Faedo, San Michele all’Adige, Lavis, Giovo, Lisignago e Cembra.
tipologie Lago di Caldaro / Caldaro Lago di Caldaro / Caldaro scelto (Auslese in tedesco) Lago di Caldaro / Caldaro classico (anche superiore) Lago di Caldaro / Caldaro scelto classico (anche superiore)
menzioni geografiche Classico: comuni di Caldaro, Appiano, Termeno, Cortaccia, Vadena, Egna, Montagna, Ora e Bronzolo.
uvaggio Schiava grossa e/o Schiava gentile e Schiava grigia minimo 85%; possono concorrere uve a bacca rossa, massimo 15%.
menzioni geografiche Sorni: parte dei comuni di Lavis (di cui la frazione Sorni), Giovo e San Michele all’Adige. Isera: comuni di Mori, Isera, Nogaredo e parte di Villa Lagarina. Ziresi: parte del comune di Volano. Castel Beseno: comuni di Besenello e Calliano.
uvaggio Trentino bianco: Chardonnay e/o Pinot bianco minimo 80%; Sauvignon e/o Müller Thurgau e/o Manzoni bianco, massimo 20%. Trentino rosso: Cabernet franc e/o Cabernet Sauvignon e/o Carmenère e Merlot. Trentino kretzer o rosato: Enantio e/o Schiava e/o Teroldego e/o Lagrein, almeno in coppia, massimo 70% di una varietà. Trentino Vino Santo: Nosiola minimo 85%; possono concorrere uve a bacca bianca, massimo 15%, ad esclusione di Traminer aromatico e Moscato giallo Trentino Chardonnay, Moscato giallo, Müller Thurgau, Nosiola, Pinot bianco, Pinot grigio, Riesling italico, Riesling renano, Sauvignon, Traminer aromatico, Moscato rosa (localmente detto delle rose), Cabernet (Cabernet franc e/o Cabernet Sauvignon e/o Carmenère), Cabernet franc, Cabernet Sauvignon, Lagrein (rubino o rosato), Marzemino, Merlot, Pinot nero, Rebo: minimo 85% del vitigno corrispondente; possono concorrere uve a bacca di colore analogo, massimo 15%. Trentino bianco: Chardonnay e/o Pinot bianco minimo 80%; Sauvignon, Müller Thurgau, Manzoni bianco, da soli o congiuntamente, massimo 20%. Trentino rosso: Cabernet franc e/o Cabernet Sauvignon e/o Carmenère da soli o congiuntamente e Merlot. Trentino kretzer o rosato: Enantio e/o Schiava e/o Teroldego e/o Lagrein, almeno in coppia, presenti ciascuno in misura non superiore al 70%. Trentino Vino Santo: Nosiola minimo 85%. Trentino con specifica di due vitigni: (bianchi) Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio, Sauvignon; (rossi) Cabernet, Cabernet franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Lagrein; la varietà che concorre in misura minore deve rappresentare almeno il 25% del totale. Trentino vendemmia tardiva: Chardonnay e/o Pinot bianco e/o Pinot grigio e/o Riesling renano e/o Müller Thurgau e/o Sauvignon e/o Traminer aromatico e/o Nosiola e/o Moscato giallo e/o Moscato rosa. Trentino Sorni bianco: Nosiola e/o Müller Thurgau e/o Sylvaner verde e/o Pinot bianco e/o Pinot grigio e/o Chardonnay. Trentino Sorni rosso: Teroldego e/o Schiava (Schiava gentile, Schiava grigia, Schiava grossa) e/o Lagrein. Trentino Marzemino superiore Isera (o d’Isera): Marzemino gentile minimo 85%; possono concorrere uve a bacca rossa, massimo 15%. Trentino Marzemino superiore Ziresi (o dei Ziresi): Marzemino gentile minimo 85%; possono concorrere uve a bacca rossa, massimo 15%. Trentino Superiore Castel Beseno: Moscato giallo minimo 85%; possono concorrere uve a bacca bianca, massimo 15%.
Fonti: Mipaaf (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali); Enti regionali; Consorzi produttori. Dati estrapolati dai disciplinari di produzione, aggiornati sulla base delle informazioni reperite, uniformati nell’esposizione e organizzati da Dipende che Vino.
Mentre la osservo sento profumi di more, di frutti di bosco in confettura, peperone, china, rabarbaro. Ha il pelo morbido e liscio, è giovane e si muove con agilità, si sente che arriva dalle montagne. Difficile capire perchè in città, ma si sa che in questo periodo di chiusura tanti animali si sono avvicinati alle zone abitate. Penso piuttosto che sia fuggita da qualche vineria della Darsena che ora pullula di cacciatori in divisa blu, immagino la paura. Ha lasciato una scia fruttata che faceva coppia amorevolmente con i sentori d’affinamento, penso a vaniglia e liquirizia. Trasmette calma osservarla. Una calma indotta appena deglutito il primo sorso, pensi che devi prenderti il tempo giusto, che le sfumature contano e ad ogni sorso ne percepisci di nuove. In etichetta la giovane lepre di Albrecht Dürer, simbolo di naturalità, avvalora anche la mia tesi sulla calma. È ferma, a riposo, con le orecchie alzate e il naso attento. Passano tanti profumi e se la metti in tavola, allora sì, si mette a correre e sfodera le sue doti di abbinamento. Zampe potenti per piatti importanti, brasati, selvaggina. Gran bella lepre, quella del 2015. Me la guardo ancora, con calma, finché resta.
Faye rosso di Pojer e Sandri, Faedo (TN). Blend di Cabernet Sauvignon 50%, Cabernet Franc, Merlot e Lagrein per l’altro 50%.
Milano 6 aprile 2020. Come si fa a scrivere di vino quando c’è una pandemia ed un bollettino quotidiano di morti?, me lo chiedo ogni volta che mi appresto a farlo da un mese a questa parte. Vengo invaso da un senso di colpa, per i sanitari che rischiano la vita e per chi già l’ha persa vittima del virus. Poi però cerco di vedere un accenno di primavera in questa desolazione di lutti e mi convinco che ogni granello di speranza e di positività possa costruire un’isola dove stare meglio anche se per poco.
Mi piacerebbe far dimenticare per un attimo i problemi a chi vive situazioni di stress e far ricordare che esistono tante piccole e grandi cose belle, come il vino. Non il vino da ingollare per stordirsi e dimenticare, ma quello responsabile, fatto di conoscenza e rispetto, storia e passione. Un momento di piacere e di scoperta per distrarsi un attimo dalle preoccupazioni e magari programmare l’acquisto di una bottiglia di vino italiano.
E allora scelgo un vino ‘resistente’ come vorrei che fossimo tutti noi di fronte al virus. Il Silvo di Villa Persani lo è, proviene da uve resistenti alle principali malattie fungine della vite. L’uva di Souvignier Gris di cui è principalmente composto questo spumante, è un incrocio di Vitis vinifera con altre Vitis (americana, asiatica…).
Tornando un attimo alla situazione che viviamo, è ormai chiaro a tutti che ‘niente sarà più come prima‘ e forse sarà anche il momento di accelerare le scelte nel mondo del vino per quanto riguarda l’allevamento della vite. La sostenibilità ambientale non è più procrastinabile. Pesticidi e metalli pesanti nel terreno e nelle uve dovrebbero sparire o quantomeno essere ridotti al minimo indispensabile. I vini da vitigni resistenti (anche chiamati Piwi o Iperbio) rispondono già a questa esigenza e al concetto di ‘naturalità‘ nel vino. Una risposta nuova che in realtà arriva da un secolo di studi, incroci e selezioni qualitative.
Il Silvo è già ‘oltre‘, anche nel modo di presentarsi. Innanzitutto la bottiglia, da mezzo litro, la misura perfetta per 2 persone e per un aperitivo frizzante ed informale. Poi il tappo a corona avvolto dalla capsula bianca, questo si mi riporta il sorriso, spettacolo. Villa Persani, l’Azienda Agricola di Silvano Clementi di Pressano (TN), riesce a coniugare immagine e sostanza in questa bottiglia fuori dal comune.
Nel calice è luminoso con una leggera torbidità dovuta alla rifermentazione in bottiglia senza sboccatura. Altra particolarità è che per la seconda fermentazione non vengono aggiunti zuccheri come nel metodo classico tradizionale ma bensì il solo succo d’uva in cui sono naturalmente presenti gli zuccheri.
I profumi sono floreali, penso ad una rosa delicata e fruttati di agrumi, arancia, pompelmo, poi i frutti tropicali, ananas e litchi. In bocca trasmette una sensazione minerale, sapida e una piacevole acidità. È abbastanza persistente a dal retrogusto fruttato. Si apprezza per la freschezza e la possibilità di abbinarlo facilmente. Ottima ‘bollicina’, fresca, scorrevole e soprattutto sana. Il Silvo è definito Bio Vegan e giusto per mettermi in sintonia con l’informalità che lo caratterizza, l’ho abbinato (e non me ne vogliate a male), con crudo di Parma e burrata 😋.
Della stessa cantina ho assaggiato anche l’Aromatta, un’altro vino ‘resistente’ dalla bottiglia slanciata e altissima. Nell’Aromatta i profumi sono molto intensi, aromatici, ricorda subito il moscato con le note di petali di rose, ma anche profumi di frutto della passione e agrumi, mandarino e note tioliche di erbaceo e sottile fumé. In bocca è fragrante e minerale, sapido, via via si espande in un finale più morbido e dolce con richiami al fieno e al miele.
Terzo ed ultimo vino assaggiato è sempre un incrocio ma questa volta da vitigni tradizionali del Trentino, Teroldego e Lagrein. È il Nero Silvo, un vino ricco di polifenoli e antociani dal colore intenso e dai sentori di more, bacche scure, tabacco, sottobosco. In bocca è fragrante, fresco, con un finale di ribes e rabarbaro che lascia una sensazione fresca e minerale. Il volume alcolico non elevato, del 12%, rende questo vino facilmente bevibile.
In conclusione posso dire che aldilà della piacevolezza di tutti i vini assaggiati ho apprezzato molto la sensazione di bere vini sani ...naturali davvero. Li trovate direttamente sul sito web di Villa Persani.
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