Categoria: degustazione

Champagne 2024

Breve giro in Champagne, è la prima volta.
Partiti da Milano in auto, passati dal Gottardo e, dopo una lunga coda al valico, siamo arrivati a Colmar in Alsazia per la serata e la notte. È una bellissima cittadina, chiamata anche “la piccola Venezia”, dove si possono trovare ottimi vini, in particolare Riesling, Gewurtztraminer e Pinot gris.

Carta della Champagne:


Da Colmar ci siamo diretti verso il cuore della Champagne, a Reims. Abbiamo attraversato vaste distese agricole e pascoli senza mai vedere un vigneto. La città di Reims non me l’aspettavo così, pensavo di trovare una piccola cittadella tranquilla e sonnolenta ed invece è molto dinamica e trafficata.
Alloggiavamo al Continental, un bel hotel in centro. Se però meditate di andare a Reims in treno, sappiate che la stazione è a pochi passi dal centro storico, quindi molto comoda.
Abbiamo trovato molti giovani in giro, ci sono tanti bistrot e la possibilità di rilassarsi nel parco tra la stazione ferroviaria e il centro storico.

Da non perdere la cattedrale di Reims dove sono stati incoronati tutti i re di Francia, è imponente nel suo stile gotico. Si respira la storia tra le sue navate. Le numerose vetrate a mosaico valgono sicuramente la visita, mi hanno colpito quella realizzata da Chagall in quanto sembra uno dei suoi dipinti dai toni sfumati ma fatto di vetro. Poi c’è la vetrata che racconta della vendemmia, del vino di Champagne.
La zona antistante la cattedrale è al momento in ristrutturazione per cui non è stato possibile capire il contesto architettonico.

Essendo la prima volta abbiamo scelto di visitare qualche cantina storica. La prima visita l’abbiamo fatta da Ruinart, appena fuori dal centro di Reims. È praticamente confinante con Pommery e vicino a Heidsieck e Clicquot. L’edificio d’epoca è basso ed esteso ma anche qui le facciate erano in ristrutturazione. È la più antica cantina di Champagne, valeva comunque la pena venire, l’accoglienza nel salottino è stata piacevole e con poche altre persone abbiamo iniziato la visita alle “Crayères” patrimonio Unesco. Impressionanti queste cave di gesso poi diventate cantine dove stoccare migliaia di bottiglie. Temperatura e umidità sono costanti, insieme all’oscurità, la migliore condizione per la conservazione del vino.
Da Ruinart hanno una particolare attenzione verso l’arte, tanto da ospitare diverse opere e far concludere la visita in una delle cave dove vivere un’esperienza visivo-sonora particolare.

La degustazione era di due vini a scelta, ma essendo noi in due, abbiamo raddoppiato così da poterne assaggiare 4. Due blanc de blanc e due rosé distinti tra annata in commercio e riserva di 10 anni. Chiaro che le riserve si sono dimostrate le più complesse e interessanti. Il dosaggio brut rende questi Champagne facilmente apprezzabili da tutti.

La visita costava 75€ a persona. Al termine siamo passati dallo shop, volevo vedere quelle bottiglie “non dosate” che vendono solo lì e da nessuna altra parte del mondo. Avendo però scoperto che sono dei “non dosati” che in realtà hanno più zuccheri dei brut ho perso interesse. Provengono da annate particolarmente calde dove le uve hanno accumulato molti zuccheri. Ruinart è sinonimo di Chardonnay, in ogni caso il loro è un gran blanc de blanc peccato che il dosaggio brut lo renda troppo dolce per i miei gusti che ormai apprezzano maggiormente la purezza non dosata.

Da Reims siamo andati a Epernay percorrendo la Via della Libertà che attraversa il parco naturale della montagna di Reims. La chiamano montagna ma in realtà è una collina. Dopo aver scollinato si iniziano finalmente a vedere i vigneti, fino poi a riempire la visuale sul lato destro. Sulla strada scorrono i nomi di diverse maison di champagne.

A Epernay è tutto più tranquillo, pioviggina, percorriamo a piedi la famosa Avenue de Champagne. Proviamo ad entrare nel grande edificio di Moet & Chandon per chiedere se c’è possibilità di fare una visita ma senza prenotazione non c’è disponibilità, peccato. Visitiamo lo shop (super lusso) senza però comprare niente. Nel pomeriggio abbiamo prenotato da Clicquot (se avete intenzione di visitare la Champagne, consiglio di prenotare con largo anticipo le visite).

Proseguiamo il cammino buttando l’occhio anche dentro Boizel e Mercier, ci propongono i “tasting” ma è mattina e dopo la bottiglia di ieri sera non abbiamo voglia di assaggiare.

Su consiglio del personale dell’ufficio del turismo, che si trova all’inizio dell’Avenue de Champagne, riprendiamo l’auto per visitare Hautvillers, un tipico villaggio della Champagne dove è custodita la tomba di Dom Pierre Perignon e dove si trova la sua statua. Ci vogliono pochi minuti d’auto da Epernay, si passa tra le vigne e si può notare la conformazione del territorio con i boschi sulle cime delle colline, le vigne, e più in basso le altre colture.

La statua di Dom Perignon, inaugurata nel 2022 e realizzata dallo scultore Juan Carlos Carrillo, ha al suo interno la più grande bottiglia di champagne al mondo (può contenere l’equivalente di 360 bottiglie).
Nell’abbazia di Hautvillers, poco distante, è custodita la tomba di Dom Perignon. La chiesa è sobria e ancora in uso. Una pietra tombale ricorda il caro Abate.

Ritorno a Reims e visita alle cantine della Veuve (vedova) Clicquot Ponsardin. Il giallo becco d’oca (Pantone 137c registrato da loro) lo si vede ovunque, dalla segnaletica alle etichette e ai numerosi gadget in vendita nello shop.
Qui si potevano acquistare diversi pacchetti di visita, ho scelto uno dei più economici a 37€ che comprende la visita alle Crayeres e l’assaggio di due rosati con qualcosa da mangiare in abbinamento.

La discesa nelle cave è suggestiva, impressionante, si intravede un labirinto di strade sotterranee. Sono 24 km di gallerie. Anche qui sono cave di gesso i cui blocchi venivano usati per l’edilizia e solo successivamente sono diventate cantine e rifugio durante la guerra. Sulle pareti sono riportati ancora i numeri delle cave estrattive. A madame Clicquot il merito d’aver inventato le Pupitre dove ruotare e verticalizzare le bottiglie prima della sboccatura ed il merito d’aver fatto il primo “millesimato” di Champagne.

Sia qui che da Ruinart abbiamo visto diverse cataste di bottiglie ma non i giropallet che probabilmente sostano in altri luoghi di stoccaggio. Da Ruinart sembrava più una situazione “turistica” mentre da Cliquot sono tutt’ora in uso le gallerie.
Bellissima la scala con gli anni dei millesimati, c’è poi una seconda rampa con annate più recenti che svolta a sinistra dopo il culmine di questa che vedete in foto.

La degustazione ha proposto il rosato d’annata e il vintage 2015. Sono realizzati con l’aggiunta di vino rosso (Pinot nero). In abbinamento c’erano vari tipi di formaggi e un salume, poca roba. Buoni champagne ma l’apporto zuccherino si sente. La visita durava solo un’ora ed è stato abbastanza spiacevole non potersi fermare con più calma al tavolo a finire l’assaggio… il turismo da Clicquot è un motore che gira senza sosta.

Partiamo per avvicinarci a casa, questa volta torneremo dal monte Bianco. Faremo sosta per la notte a Beaune in Borgogna, così da mettere almeno gli occhi anche lì.
Non prima però d’aver fatto tappa da Drappier in Cote de Bar. Ci voglio andare perchè è in Biologico, usa ancora i cavalli in alcuni appezzamenti, ha piantato il Voltis (varietà resistente da poco autorizzata in Champagne) ed infine perchè ieri sera al ristorante del Continental abbiamo cenato molto bene con il loro Brut nature, 100% Pinot noir. Il miglior Champagne assaggiato in questi giorni.

Per arrivarci, dopo essere usciti dall’autostrada, si percorrono delle belle stradine di campagna, tra leggeri avvallamenti e un susseguirsi di colture e pascoli. Urville è il tipico villagio francese con le casette colo crema e il silenzio che domina. Sembrano disabitati questi posti, qui come nei villaggi del Bordeaux.
La tenuta Drappier ha un sapore country, con travi a vista consumate dal tempo, in passato è stata una scuola.
È ormai tardo pomeriggio e non siamo sicuri che ci aprano. Sappiamo che la cantina non è visitabile in questo orario e quindi chiediamo se possiamo degustare.

Ci fanno accomodare in una ampia sala con divano e poltrone d’epoca, su una è seduto un signore anziano e sul divano alcuni francesi che poco dopo se ne vanno tra sorrisi e saluti.
Il signore è niente meno che André Drappier di 98 anni, il quale conversa amabilmente malgrado qualche difficoltà a sentire e forse a capire il mio francese. Ci mostra le foto di alcuni personaggi famosi passati da lui, come Pavarotti, che ha voluto il loro Champagne per il matrimonio. Presidenti, attori, sono tanti gli estimatori di questo Champagne dalla lunga storia iniziata nel 1808 (qui il link alla loro bella storia), sono all’ottava generazione.

A farci degustare il primo champagne è una giovane ragazza, è lo stesso brut nature di ieri sera che riassaggio con gran piacere. Drappier ha il suo focus produttivo sul Pinot noir. Poco dopo arriva un gruppo di giovani ragazzi accompagnati da un signore che saluta l’anziano Drappier in poltrona chiamandolo papà. È Michel Drappier, figlio e attuale direttore della tenuta. I ragazzi sono revisori KPMG. Tutti insieme degustiamo il Clarevallis (la cuvée prende il nome da quello latino dell’abbazia di Clairvaux, costruita da san Bernardo) proviene da uve coltivate biologicamente sulla collina di Urville, impiantata già in epoca cistercense. Spettacolo di eleganza con mineralità e ricordi floreali, è Pinot noir 75%, Pinot Meunier 10%, Chardonnay 10%, Blanc Vrai (bianco) 5%.
Segue il Blanc de Blancs di Chardonnay 95% e Pinot blanc 5%, molto lontano dalle morbidezze stucchevoli, arriva teso, verticale lasciando però percepire la seta che lo veste e gli aromi eleganti varietali. Poi il Rosé Brut Nature Zero Dosage da Pinot nero 100%. Diversità assoluta dai rosati assaggiati a Reims, c’è energia, mineralità salina, aromi di piccoli frutti che esplodono in una fine effervescenza. Infine il “Trop M’en Faut!”, cuvée di Fromentau (Pinot gris) ad allietarci con la sua ampiezza e mineralità.

Io e due generazioni di Drappier

Alla fine ho preso 4 bottiglie diverse, tra cui un Pinot nero vinificato in rosso. Michel è curioso di sentire i nostri pareri ed è lui in persona a prepararmi il cartone. L’accoglienza è stata fantastica. A Michel ho raccontato che prima di loro sono stato da Ruinart e da Clicquot e che poi sono andato a bere del buon Champagne (da lui), ha riso molto e ha convenuto che tutti quegli zuccheri aggiunti non servono ed anzi sottraggono.
Drappier è una delle poche “grandi” maison che è ancora di proprietà della famiglia, tante altre, come quelle menzionate precedentemente, fanno parte di grandi gruppi.

È stato davvero bello visitarli, la migliore esperienza vissuta in questi giorni nella Champagne. Alla fine ho anche conosciuto Hugo, uno dei giovani di famiglia, della nuova generazione, lui segue le vigne. Mi ha scritto una mail in serata, quando già ero già arrivato a casa, per chiedermi di fargli sapere cosa ne penso del loro Pinot nero in rosso… cosa che farò sicuramente.

Peccato aver avuto a disposizione così poco tempo, ma almeno ho visto le crayères e omaggiato Dom Pérignon. La prossima volta inizierò a scoprire i piccoli produttori, nella certezza di vivere esperienze vere come da Drappier.

Per maggiori informazioni sul mondo “Champagne”:
https://www.champagne.fr/it

Dipende che Vino si allarga

Avrei voluto allargarmi nello spazio occupato dall’enoteca ma non era possibile e quindi mi sono ampliato in altre direzioni.

La prima è che finalmente, e dopo mesi di attesa, ho avuto il benestare per la somministrazione, per cui se passate tra le ore 17 e le 20 e volete degustare un calice ora ve lo posso dare. Nella tabella di marcia c’è anche l’organizzazione di una serata settimanale a tema e solo su prenotazione. Ci sono solo 6 posti in questa piccola enoteca quindi se qualcuno volesse ricevere invito può inviarmi il suo nome ed email a info@dipendechevino.com . Detto ciò, in enoteca (Via Bonghi 12 Milano), avrò sempre qualcosa al calice e potenzialmente sono in degustazione tutte le bottiglie a scaffale (acquistando l’intera bottiglia), con un piccolo sovrapprezzo per il servizio.

La seconda direzione d’ampliamento è digitale, ho realizzato un sito di vendita completamente dedicato ai vini PIWI. Negli ultimi cinque anni mi sono specializzato in questi vini ed ora, dopo l’enoteca di Milano voglio offrire la possibilità d’acquisto anche ai più lontani.

È online Vinipiwi.it il primo e-commerce completamente dedicato ai vini da vitigni resistenti, i PIWI*.
Oltre 100 etichette di vini rappresentativi della migliore produzione italiana.

Questo il link www.vinipiwi.it

Il sito è suddiviso nelle categorie: Spumanti e Frizzanti – Bianchi – Rossi – Rosati – Bianchi Macerati – Passiti e Distillati – Offerte multipack – Produttori. È inoltre possibile acquistare il libro sui PIWI e il poster con le 36 varietà di uve “resistenti” iscritte al Registro Nazionale Italiano.
Sono accettati i più diffusi sistemi di pagamento mentre le consegne vengono gestite dal corriere Bartolini e da PosteItaliane.

Aziende vitivinicole presenti su vinipiwi.it

Alto Adige
Burgerhof
Dornach
Kollerhof
Lieselehof
Ploner
St. Quirinus
Thomas Niedermayr

Trentino
Calliari Maria Rita
Cantina Sociale di Trento
Filanda de Boron
Pojer e Sandri
Resistenti Nicola Biasi
Sartori Organic Farm
Vin de la Neu di Nicola Biasi

Friuli Venezia Giulia
Albafiorita
Terre di Ger
Trezero

Lombardia
Alpi dell’Adamello
Dellafiore Achille
Nove Lune
Pietramatta
Rocche dei Vignali
Tenuta Castello di Grumello
Veneto
Ca’ da Roman
Ca’ Peruzzetto
Col Paré
Cuore Impavido
Dennis Borchia
Gentili
Giannitessari
Il Brolo
Le Carezze
Le Carline
Montelliana
Podere Cunial
Pozzobon
Savian
Terre di Cerealto
Terraprava
Terre Alte d’Alpago
Un’orsa minore – Filippo De Martin
Vinessa
Vizzon Dionisio


Piemonte
Ceste





Vinipiwi.it è il nuovo mezzo per la valorizzazione e diffusione dei PIWI che si aggiunge a:

  • vinievitiresistenti.it
    Il sito di divulgazione sulle varietà, i produttori e le novità del mondo PIWI link
  • PIWI La viticoltura Resistente
    Il libro di approfondimento dedicato ai vitigni resistenti a cura di Luca Gonzato e Ivano Asperti
  • Dipende che Vino
    L’enoteca milanese specializzata in vini PIWI dove poter assaggiare, acquistare e sentirsi raccontare i PIWI direttamente da Luca.

Dipende che Vino è associato a PIWI Italia, ne condivide le finalità di promozione, diffusione e scambio di informazioni.

*PIWI: dal termine tedesco PilzWiderstandsfähige che significa “resistente al fungo” (riferito alle malattie fungine della vite, principalmente peronospora e oidio). È un termine tedesco perchè le prime varietà PIWI iscritte a Registro in Italia provenivano da Friburgo (Bronner, Solaris ecc.).
La resistenza è dovuta all’incrocio del genere Vitis vinifera con altri generi di Vitis (es. amurensis, rupestris, berlandieri ecc.), che hanno donato la loro caratteristica di resistenza. Gli incroci sono stati fatti in modo naturale, per impollinazione e selezione qualitativa di semi, piante, vinificazione. Le varietà PIWI sono re-incroci che arrivano ad avere oltre il 95% di patrimonio genetico di Vitis vinifera, ben lontano dagli ibridi di prima generazione che avevano “sangue” selvatico al 50%. I PIWI sono al momento la miglior espressione di una viticoltura sostenibile in quanto si riduce drasticamente la necessità di intervento in vigna con conseguente riduzione d’uso di fitofarmaci, carburante, acqua, compattamento del terreno. Il tutto a favore di una migliore coesistenza ambientale. È infine importante ricordare la qualità dei vini che in molti casi supera quella di produzioni tradizionali e conquista premi e riconoscimenti sempre maggiori.

Libro: PIWI La viticoltura Resistente

Dopo un anno di lavoro è stato presentato nel mese di dicembre 2023 il volume di 340 pagine dedicato ai PIWI in cui sono coautore insieme ad Ivano Asperti.

L’opera è a colori e rilegata in brossura, raccoglie tutte le informazioni più aggiornate sul mondo dei PIWI, in Italia e non solo. La storia, il futuro e numerose testimonianze dirette dei viticoltori.

Copertina
Sommario

Sono inoltre catalogati tutti i produttori PIWI italiani e i vini in commercio. Se volete approfondire questo affascinante argomento potete acquistare il libro a questo Link di Dipende che Vino. Vi verrà poi spedito in modo sicuro in tutta Italia come raccomandata di Poste Italiane.

Per quantitativi di 10 o più copie abbiamo previsto uno sconto speciale sul prezzo di copertina, contattatemi se siete interessati: mail.

Il libro è in vendita anche presso l’enoteca Dipende che Vino in via R. Bonghi 12 a Milano.

Buona scoperta dei PIWI!
Luca Gonzato

Dipende che Vino diventa Enoteca, specializzata in vini da Vitigni Resistenti “PIWI”

Dipende che Vino – Via Bonghi 12 – Milano

Qui troverete la più grande selezione di vini PIWI d’Italia, oltre 100 etichette rappresentative di una produzione che ha raggiunto livelli d’eccellenza.

Dipende che Vino sarà la casa per tutti quei winelover dalla mentalità aperta che vorranno assaggiare qualcosa di nuovo e soprattutto di buono. È infatti la gradevolezza a definire il successo di un vino ed i PIWI sono ormai premiati ai massimi livelli nonché inseriti nelle Carte di ristoranti stellati.

Potrei raccontarvi degli aspetti di sostenibilità ambientale dei PIWI o di come questi vitigni siano ottenuti in modo naturale per impollinazione e selezione ma lascio questo approfondimento alle pagine di vinievitiresistenti.it o direttamente da me in enoteca.

Dalla passione per il vino all’apertura dell’enoteca il percorso è stato lungo. L’interesse specifico è nato ormai una decina d’anni fa, quando ho iniziato a frequentare i corsi di approfondimento. Sono poi diventando Sommelier AIS e Maestro Assaggiatore ONAV.
In occasione di questo ultimo titolo è scattata la molla che mi ha fatto specializzare sui PIWI. Era il tema della tesina finale. Successivamente quelle ricerche le ho rese pubbliche sul sito Vini e Viti Resistenti.it. Primo ed unico spazio web completamente dedicato a queste varietà e ai vini che ne derivano. Una costola di Dipende che Vino che piano piano è diventata la colonna portante delle mie ricerche enoiche.
Sono poi successe altre cose, che hanno fatto diventare anche me un ”Resistente alle malattie” e così è stato del tutto naturale mettere da parte una precedente attività nel mondo della comunicazione, e coltivare al 100% questa passione “made in Piwi”.

Passate a trovarmi, non mi stanco mai di raccontare questi vini e sono certo che vi farò scoprire qualcosa di unico ed interessante.

Dipende che Vino si trova a Milano in Via Bonghi 12, nella zona sud di Milano, a pochi passi dal Naviglio Pavese ed è raggiungibile facilmente con i tram 3 o 15, oppure attraverso la metropolita di Romolo che dista circa 10 minuti a piedi se non si vuole prendere la linea di autobus 90-91.

Luca Gonzato

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