Dipende che Vino

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Lacryma Christi Munazei 2021, Casa Setaro

Da uve di Piedirosso 100%. Bel rosso succoso, con ricordi aromatici di ciliegia, marasca… e accenti di rosa canina e macchia mediterranea. Fragrante e tannico al punto giusto. Ottimo nell’accompagnare carni grigliate, perfetto con una succulenta salamella. Servito fresco esprime bene la sua vena minerale/salina del terroir vulcanico. Non strizza l’occhio alle ruffianerie del gusto standardizzato. Ha personalità gustativa e sincera piacevolezza. Poi c’è l’etichetta, davvero bello l’occhio disegnato, immagino lo sguardo verso una notte dalla luna rossa, la sorpresa e la passione si accendono. Magia estiva… e ottimo rapporto qualità/prezzo.

Cantina Casa Setaro è in località Trecase (NA)

48 Ancestrale Bianco, Castello di Stefanago

Il 48 è uno Spumante Metodo Classico, Brut Nature che conquista al primo sorso.
Il colore dorato è solo l’anticipo di qualcosa di strutturato dove il territorio dell’Oltrepò Pavese insieme al vitigno Pinot Nero si uniscono in una grande espressione gustativa.
L’eleganza e il corpo si ergono come una piramide nel cui vertice le bollicine brillano di gioia come fuochi d’artificio.

Le note di sottobosco, di lieviti e di pasticceria si stringono in un sorso verticale, solido, che si mantiene vivo nella sua freschezza e croccantezza degli aromi. Sfumature agrumate e floreali fanno da corollario ad una complessità degna di un metodo classico di alto livello.
48 sono i mesi di affinamento sui lieviti di questo spumante rifermentato in bottiglia da agricoltura biologica.
Le bollicine continuano a salire, come il mio piacere ad ogni sorso.

È uno Spumante che destinerei alla migliore accoglienza delle persone care. Eleganza ed espressione naturale si accompagnano a piatti altrettanto veri come possono essere gli insaccati prodotti nel territorio.
Da assaggiatore ogni tanto capita che si senta l’esigenza di non dire altro e di invitare semplicemente all’assaggio, è questo il caso.

Atis 2017, Guado al Melo

Atis è un Bolgheri Superiore dal profilo aromatico complesso, davvero invitante, i frutti rossi incontrano la macchia mediterranea donando profumi balsamici eleganti e intensi, di bacche nere, erbe aromatiche e spezie. 

Annalisa e Michele Scienza conducono l’azienda agricola in armonia con il territorio e con l’intento di farlo esprimere in tutto il suo potenziale nei loro vini.

L’assaggio conferma l’eleganza e gli aromi ai quali si aggiungono note di tostatura in legno che arrotondano il sorso e lasciano ricordi speziati di vaniglia e cioccolato.

Ha un corpo robusto, potente nelle sensazioni al palato, di pienezza e struttura, senza risultare troppo impegnativo nel sorso. Ha un’acidità di base che lo rende equilibrato e piacevole pur avendo un volume alcolico del 14,5%. Il tannino è vellutato e ben integrato nella trama complessiva.

Nel finale torna un bel frutto rosso sotto spirito lasciando la bocca pulita con sensazioni dolci e morbide. Pare quasi superfluo dire che la persistenza è lunghissima e di grande finezza.

Atis arriva da un assemblaggio di uve prevalentemente di Cabernet sauvignon insieme a Rebo e Cabernet franc. Le piccole particelle dei vigneti sono coltivate sulla collina di Segalari in Bolgheri, con esposizione est-ovest su terreni di origine alluvionale costituiti da una matrice sabbiosa-argillosa ricca di ciottoli. 

Affina due anni in barrique di rovere e un anno in bottiglia prima d’essere messo in commercio.

ATIS è il nome di un re che un mito pone alle origini degli Etruschi, prima civiltà della nostra terra e primi viticultori.

Non voglio dare punteggi ma lo metto tra i grandi rossi e tra i miei preferiti. Un vino che parla dell’Italia e del magnifico territorio bolgherese, un tuffo nella vegetazione mediterranea in cui si sente il respiro del mare intorno.

Visto il periodo lo consiglio in abbinamento alla tradizionale grigliata di Pasquetta.

Fuflus 2015, Vallarom

Vino proveniente da uve di Cabernet Sauvignon, Syrah, Merlot e Cabernet Franc coltivate in regime biologico nella Vallagarina, su terreno calcareo-dolomitico. Vinificazione a contatto con le bucce di 15-18 giorni e maturazione prima in barrique per 18 mesi e poi in botte grande per 6 mesi ed altri 18 mesi in bottiglia.

In etichetta è riportata una mappa del 1700 in cui il fiume Adige che scorre vicino all’azienda è indicato come Fuflus a ricordare il fluttuare dell’acqua ma anche il dio etrusco del vino Fufluns.

Il vino si presenta con un colore compatto, rubino sull’unghia. Profumi di piccoli frutti neri macerati, more, mirtilli. Ricordi vegetali di sottobosco ed erbe balsamiche.

L’assaggio mostra un vino ‘vivo’, succoso nella percezione del frutto. Il tannino è evoluto, morbido nel palato. Ingresso fragrante poi si espande e si allunga lasciando una scia aromatica nel retrogusto in cui arriva tutta la complessità di questo vino. Le note balsamiche si aggiungono ad una mineralità e finezza che rendono il vino molto piacevole. Inizialmente l’ho degustato leggermente fresco, poi lasciandolo aprire mostra la bella speziatura dell’affinamento in legno, si arrotonda ed espande riempiendoti il palato di aromi che ricordano il cacao e legni esotici.
Ha muscolatura e corpo, trasmette vigore e territorialità. Mi piace come tutte e quattro le varietà disegnino un profilo armonico in cui emerge il territorio e la filosofia produttiva di Filippo Scienza.

Il Fuflus di Vallarom è in sintesi l’espressione di una viticoltura antica che trova nell’equilibrio con la natura la sua sintesi. Un vino rosso che chiama le carni rosse e i formaggi di malga. Da provare.

Stupore 2017, Campo alle Comete

È un Bolgheri rosso Doc prodotto nell’unico comune della denominazione, Castagneto Carducci. Le uve sono di Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah e Petit Verdot. Vengono vinificate separatamente con fermentazione e macerazione in acciaio per circa 3 settimane. L’affinamento è di circa un anno in barrique e tonneaux nuove ed usate di media tostatura. Segue l’assemblaggio e il riposo in bottiglia per minimo 6 mesi prima della commercializzazione. Non è il vino di punta di Campo alle Comete, è quello che i francesi definirebbero “second vin”

Stupore 2017 mostra un colore dal tono scuro, rubino/granato. Consistente, disegna lenti archetti nel calice. I profumi sono intensi, di piccoli frutti rossi e neri in confettura a cui seguono note balsamiche e speziate. Vaniglia, liquirizia. L’assaggio è succoso e tannico. Di corpo e caldo nella progressione. Ha il 14% di Vol.

In ingresso è vigoroso e fresco, poi si ammorbidisce lasciando una sensazione cremosa al palato ed una lunga persistenza aromatica.

Buono nel retrogusto, si confermano gli aromi e si evidenziano le note di tostatura facendo arrivare al retronasale quella sfumatura balsamica che dona eleganza al vino. 

È un vino “completo“, risponde bene a tutti i parametri. L’assemblaggio è fatto con precisione per farsi apprezzare da un’ampio pubblico. Anche il rapporto qualità/prezzo è ottimo. 

Il tannino consiglia qualcosa di grasso e succulento, Carne rossa, formaggi stagionati… l’ho degustato piacevolmente con un hamburger fatto in casa. 

Come ultima osservazione voglio dire che la definizione “second vin” possiamo lasciarla ai francesi, merita una considerazione superiore.

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