Il Centesimino

Sono oltre 500 le varietà iscritte al Registro nazionale e ammesse alla coltivazione. Per un appassionato si tratta di una grande caccia al tesoro dove ogni volta la scoperta regala magnifiche sensazioni, oltre che farci tornare un pochino bambini. Uno di questi tesori si trova in Emilia-Romagna sulle prime colline di Faenza, è il Centesimino. Un vitigno autoctono riscoperto negli anni 40 da Pietro Pianori detto Centesimino. È un vitigno semi-aromatico conosciuto anche come Savignon rosso, ma non ha niente a che fare con il famoso Sauvignon. La bottiglia che ho stappato è una 2017, prodotta dall’Azienda Agricola Ancarani, azienda biologica e associata Fivi. Il colore è intenso e tendente al granato. Colpisce subito al naso per le note balsamiche e floreali. In bocca è leggiadro, minerale. Si confermano i fiori di rosa e viola e piccoli frutti fragranti di amarena. Qualcosa di vegetale tipo il peperone verde, poi ci sento il timo. Non molto persistente ma in compenso ha un bel finale fragrante. Sarà anche un vino storico ma se dovessi dare un’età a questo carattere di vino direi che è un giovanotto pieno di vita. Ottimo servito leggermente fresco, l’ho apprezzato con una braciola alla griglia ma direi che si abbina bene a tanti piatti di media struttura. Occhio che ha il 14% di volume alcolico, ma non si sente durante la degustazione. Buono e soprattutto sincero, un vino che consiglio di assaggiare, questo Centesimino di Ancarani, se anche a voi piace giocare alla caccia al tesoro.

Luca Gonzato