(super) Dolcetto di Ovada

Che bello e che buono!

Bello partecipare ad un banco di degustazione non affollato, con la possibilità di chiacchierare con i produttori e farsi raccontare ciò che caratterizza i propri vini.

Buono, in tutti gli assaggi fatti che ho dedicato prevalentemente al Dolcetto di Ovada (tema del banco di degustazione) e alla Barbera, altro tipico vitigno rosso piemontese.

Il Dolcetto di Ovada mi ha conquistato, in particolare grazie alle sue versioni più ricche ed evolute. Sì perché è un vino che può tranquillamente superare il decennio evolvendo in meglio. È ottimo anche da giovane, magari vinificato solo in acciaio con il suo bel frutto rosso croccante, ma le versioni passate in botte o barrique hanno, secondo me, una marcia in più. Il bouquet si arricchisce delle note del legno, vaniglia e cacao in primis, poi i tannini si ammorbidiscono regalando un’armonia generale di grande piacevolezza gustativa.

In particolare ho apprezzato molto i vini a base Dolcetto di Cà del Bric. La riserva 2007 ha una grande eleganza e tanto tanto corpo. Un vestito di aromi che vanno dal frutto rosso macerato ai sentori terziari di spezie e cacao. Rotondo, morbido, lunghissimo nella persistenza.

Anche i vini del Castello di Grillano sono ottini, Dolcetto di Ovada riserva Gherlan DOCG e Monferrato DOC (blend di Dolcetto e Barbera). Poi i vini La Piria, personalità e corpo da vendere in ognuno. Ma anche Rocca Rondinaria e i ragazzi di Paschetta (bravi, faccio il tifo per voi!).

Tutti ottimi vini e soprattutto belle persone a presentarli, hanno rafforzato la mia stima verso il Dolcetto di Ovada. Un vino che merita di stare allo stesso livello dei più noti rossi italiani. Non vedo l’ora di passare dalle parti di Ovada e fare visita a queste cantine.

Grazie ai produttori e a Ais milano per la bella degustazione.

Luca Gonzato