Riesling Bollenberg Valentin Zusslin 2016

Lunedì 1 luglio, in città, con i parcheggi che magicamente si liberano e la maglietta già sudata alla 9 di mattina. Grrr, non c’è niente di cui esser felici. Vi invidio, a voi che siete già sotto l’ombrellone o all’ombra di un pino.

Pompo l’aria condizionata, ma a parte quel minimo di comfort che permette di ragionare non faccio che peggiorare la mia tosse. E arriva sera, miracolosamente, con un filo d’aria e le finestre spalancate ad accogliere finalmente questa brezza. Come se recitassi un mantra preparo secchiello e ghiaccio per questa bottiglia di Riesling di Zusslin.

Qualche mese fa avevo scoperto la cantina Zusslin a Cerea, durante la manifestazione Vini Veri 2019, innamorandomi del loro Riesling Neuberg 2014. Tornato a casa ho cercato i loro vini online e ho trovato questo Bollenberg 2016. Zusslin è una cantina storica francese, fondata nel 1691 in Alsazia a Orshwihr. Si trova a sud di Colmar. Dal 1997 è certificata in agricoltura Biodinamica. Circa 90000 le bottiglie prodotte da vari vitigni.

Dopo un passaggio della bottiglia, di 15 minuti, nel secchiello ghiacciato, sono pronto a degustarlo. L’ingresso è fresco e fruttato, fragrante, di pesca e albicocca, penso anche  all’uva spina e al pompelmo. Si allunga carnoso su un frutto più maturo e note minerali evolutive di pietra focaia. Bel corpo ed eleganza da vendere. Lungo, con un bel finale minerale che punzecchia l’interno delle labbra a chiamare un nuovo sorso. Ammiro il colore dorato brillante di questo Riesling, così limpido che se non sapessi cos’è dubiterei che è un vino biodinamico. Ottimo, me lo aspettavo ed ora ho voglia di scoprire gli altri vini che producono. Dovrò trattenermi dal non stappare l’altra bottiglia in cantina. Questa è durata giusto il tempo della cena, in due. Ad accompagnare il vino c’erano delle code di gambero. Se fossero arrivate direttamente dal pescatore e non dal supermercato avrebbero sicuramente retto l’abbinamento. Vince il Riesling, e va bene così. Eccellente inizio di settimana.

Luca Gonzato