Spumante, sì ma quale?

Se di fronte allo scaffale stai per acquistare uno Spumante ma vieni assalito dai dubbi ti basta sapere che:

Se trovi scritto Metodo Classico oppure Champenoise, vuole dire che lo spumante in questione ha avuto una rifermentazione in bottiglia (link spumantizzazione). Ad ogni singola bottiglia è stato aggiunto zucchero e lievito ed è stata poi tappata temporaneamente, si fa per dire, perchè possono passare anche 10 anni sui lieviti prima della sboccatura e della tappatura definitiva. Questo processo, insieme ad un lungo affinamento in bottiglia conferisce complessità aromatica e corpo allo spumante. Le bollicine risultano anche più numerose e piccole. Di solito costa di più proprio per i tempi di lavorazione e affinamento. Senza dubbio lo spumante che preferisco. Si pensi ad esempio a Franciacorta o Champagne. Alcuni degli aromi che si sviluppano nei ‘metodo classico’ sono quelli di crosta di pane e pasticceria che spesso vanno a braccetto con quelli agrumati. I vitigni più utilizzati sono Chardonnay, Pinot nero e Pinot bianco. In Champagne anche il Pinot Meunier.

L’altra tipologia, che non sempre è specificata in etichetta, è quella dei metodo Martinotti oppure Charmat, è la stessa cosa, in entrambi i casi si parla di rifermentazione in autoclave, cioè un grande contenitore. Solitamente l’affinamento è più breve e gli aromi meno complessi. Un esempio su tutti è il Prosecco (vitigno Glera). Spesso il filo conduttore aromatico riporta alla mela verde o alla pera. Se vogliamo è più semplice da bere, si apprezza per la sua freschezza.

Detto questo si deve poi scegliere la versione in relazione al grado zuccherino. Si va dai Pas Dosè o Nature, senza zuccheri aggiunti, verticali e netti nell’esprimersi (per me il top), all’Extra Brut e Brut dove lo spumante inizia ad ammorbidirsi pur rimanendo ben secco. Con Extra dry e Sec la percezione degli zuccheri diventa più netta, per poi passare ai Demi-sec e Doux dove il dolce è il filo conduttore, questi ultimi li considererei solo in abbinamento ai dolci. 

Se devi organizzare un aperitivo e magari vuoi continuare a gustare bollicine durante la cena ti consiglio le prime tre versioni (Nature, extra-Brut, Brut). Se devi fare un regalo ad un esperto rimarrei sulle prime due. L’extra dry e sec potrebbero essere apprezzate di più da chi beve bollicine solo sporadicamente o ama quel retrogusto dolce. In ogni caso prova almeno una volta ogni tipologia così ti fai un’idea precisa e la volta successiva vai a colpo sicuro.

Ci sono poi gli spumanti rosé che prendono il colore da una brevissima macerazione a contatto con le bucce. Ottimi perchè portano con sé i sentori di piccoli frutti rossi e magari un ricordo di tannini. Infine consiglio di provare anche tutti gli altri Spumanti che vengono realizzati con uve poco conosciute come ad esempio l’Erbaluce oppure da vitigni che solitamente producono vini rossi come ad esempio il Nebbiolo o il Negroamaro. Poi ci sarebbe da parlare dei metodo ancestrale o della Vernaccia nera di Serrapetrona ma direi che come approccio basta questo.

Goditi le bollicine esclusivamente fredde, tra i 4 e gli 8°. Se pensi di tenere la bottiglia in tavola durante la cena prevedi un secchiello con il ghiaccio perchè non c’è niente di peggio di uno spumante a temperatura ambiente.

Luca Gonzato