Categoria: Helios

Libro: PIWI La viticoltura Resistente

Dopo un anno di lavoro è stato presentato nel mese di dicembre 2023 il volume di 340 pagine dedicato ai PIWI in cui sono coautore insieme ad Ivano Asperti.

L’opera è a colori e rilegata in brossura, raccoglie tutte le informazioni più aggiornate sul mondo dei PIWI, in Italia e non solo. La storia, il futuro e numerose testimonianze dirette dei viticoltori.

Copertina
Sommario

Sono inoltre catalogati tutti i produttori PIWI italiani e i vini in commercio. Se volete approfondire questo affascinante argomento potete acquistare il libro a questo Link di Dipende che Vino. Vi verrà poi spedito in modo sicuro in tutta Italia come raccomandata di Poste Italiane.

Per quantitativi di 10 o più copie abbiamo previsto uno sconto speciale sul prezzo di copertina, contattatemi se siete interessati: mail.

Il libro è in vendita anche presso l’enoteca Dipende che Vino in via R. Bonghi 12 a Milano.

Buona scoperta dei PIWI!
Luca Gonzato

Vini da vitigni resistenti – 02. Sebino IGT Zero Trattamenti Zero Residui di Ricci Curbastro

Con questo vino mi sposto nella zona degli spumanti metodo classico più rinomati d’Italia, la Franciacorta. All’azienda Agricola Ricci Curbastro di Capriolo (BS). La mia attenzione è andata però su di un un vino speciale, unico in questa zona, non una bollicina bensì un Piwi (acronimo tedesco che identifica i vitigni resistenti alle malattie fungine). È ottenuto da quattro varietà a bacca bianca, Bronner, Helios, Johanniter e Solaris che Ricci Curbastro coltiva in un quarto di ettaro di questa prestigiosa zona vinicola. Rientra nella IGT Sebino e si chiama Zero, come zero trattamenti (a parte quello fatto con un batterio naturale contro la flavescenza dorata) e zero residui sulle uve. L’azienda è certificata Biologica e Sostenibile oltre ad avere una storia di 18 generazioni.

02.1 – Sebino IGT Zero Trattamenti Zero Residui 2016 – Ricci Curbastro

L’etichetta bilingue ha due simpatici ricci a rappresentare le due anime. Luminoso alla vista, profuma di fiori bianchi, miele, fieno, pesca bianca. In bocca ha una buona acidità, è sapido e morbido. Gli aromi si ampliano in frutti tropicali. Bella struttura e bel finale fruttato. Nei sentori retronasali ci ritrovo la parentela con il Riesling e i suoi aromi che evolvono in note di idrocarburi. In effetti l’annata è la 2016 e prevalgono quelle note evolutive più morbide e rotonde rispetto a quelle di frutta fragrante. Lo vedo come un buon accompagnamento a portate di pesce, azzarderei le ‘sarde in saor’’ oppure il Salmerino che è un pesce di lago tipico. Sarei anche curioso di assaggiare questo vino più giovane, per avere un quadro più completo del blend e della sua evoluzione. Di questa cantina ho assaggiato diversi vini, spumanti e fermi, sempre con gran piacere e anche questo conferma la qualità produttiva.

Se avete in programma un giro al lago d’Iseo potete fare tappa all’Agriturismo di Ricci Curbastro e visitare il loro Museo Agricolo e del Vino. Sono certo che tra un Franciacorta DOCG, un Curtefranca DOC e una IGT Sebino avrete di che gioire.

Azienda Agricola Gualberto Ricci Curbastro & Figli, Villa Evelina, Via Adro 37, Capriolo (BS) – sito web

Degustazione effettuata da Luca Gonzato, maggio 2020

Il futuro del vino è PIWI?

Parlando di vini, PIWI è una parola che per molti suonerà come nuova, ma sono certo che entrerà presto nel lessico comune dei consumatori. Arriva dal tedesco ‘pilzwiderstandfähig’ e significa ‘viti resistenti ai funghi’. Per funghi si intendono le malattie che possono colpire la vite e che necessitano interventi di tipo biologico, ad esempio di rame e zolfo o con prodotti di sintesi in ambito convenzionale. Nei PIWI non è necessario nessun trattamento, ci troviamo quindi di fronte a dei vini ‘super-bio’ dove il rispetto del suolo e la produzione di un vino completamente naturale sono al più alto livello raggiunto. Sono oltre vent’anni che si sperimentano incroci di varietà per ottenere piante in grado di resistere alle malattie e allo stesso tempo capaci di produrre uve di qualità adatte alla vinificazione. Mentre in altri paesi Europei questi vitigni sono ammessi alla produzione da tempo (anche perché resistono in zone dal clima più freddo ed a altitudini più elevate), in Italia sono ancora poche le varietà ammesse nel registro nazionale delle uve e le regioni si muovono autonomamente nel concedere la possibilità di produzione. Da una parte c’è una spinta all’innovazione e dall’altra uno spirito conservativo volto a proteggere le varietà tipiche. I vini da uve PIWI sono il massimo del ‘naturale’ ma hanno anche nel loro dna il massimo dell’innovazione, tutto è stato sperimentato e selezionato al fine di ottenere risultati ottimali, compreso l’utilizzo di lieviti selezionati. L’aspetto interessante per il consumatore è la possibilità di avvicinarsi ad una nuova tipologia di vini assolutamente sani e percepire profumi e sapori diversi da quelli finora conosciuti. 

Nell’ambito della manifestazione Vinissimo 2019 svoltasi a Biassono (MB) ho avuto la possibilità di assaggiare numerosi vini Piwi, in particolare segnalo la bontà dei prodotti della Cantina Nove Lune di Alessandro Sala situata a Cenate Sopra (BG). Alessandro è il punto di riferimento della zona, sia come Presidente dell’associazione Piwi Lombardia che come esperto conoscitore dell’argomento. I suoi vini sono lo specchio di una personalità poliedrica attenta all’innovazione e al cambiamento climatico.  Heh, è un vino frizzante col fondo, dalla varietà Piwi probabilmente più conosciuta, la Solaris. Ha sentori di frutta fresca come mela e pesca, fresco e leggero si fa bere con grandissima facilità. Un vino che che nelle calde giornate estive può tranquillamente sostituire la classica birretta rinfrescante. 310 è invece un bianco fermo composto dalle varietà Solaris 40%, Bronner 30% e Johanniter 30%, qui prevalgono note floreali di sambuco e biancospino e fruttate più intense. Rukh è un Orange wine, macerato ed affinato in anfora. Le varietà utilizzate sono Bronner 50% e Johanniter 50%. In questo vino fanno breccia i profumi di piccoli frutti di bosco e agrumati. L’ultimo assaggio è stato del vino passito Theia, ‘tanta roba’, davvero un caleidoscopio di profumi che vanno dall’albicocca ai frutti disidratati, il miele, l’incenso. Lunghissimo nella persistenza, si adatta sia ad accompagnare i dolci che ad esempio i formaggi erborinati. Io però ne consiglierei la degustazione da solo, possibilmente in compagnia di una persona che amate. Le varietà Piwi utilizzate in questo passito sono: Helios 40%, Solaris 40%, Bronner 20%.

Altra bella realtà è quella della cantina Ceste di Govone (CN), che oltre a produrre le tipiche varietà piemontesi ha impiantato mezzo ettaro di varietà Piwi da cui ottiene un grande vino che ricorda i migliori Riesling Renani. Il suo Ratio, da uve Bronner e Johanniter (incrocio di Riesling con altre varietà), è stato premiato agli International Piwi Wine Award con l’Oro nel 2018 e l’argento nel 2016. Grande freschezza e piacevolezza gustativa nel  2018, aromi di campo, pesca gialla. Nel 2016 si aggiungono i sentori tipici del Riesling in evoluzione a ricordare gli idrocarburi. Entrambi colpiscono per la grande eleganza che esprimono in bocca. Un vino dal rapporto qualità/prezzo eccellente. Interessante anche la vinificazione del Solaris in Spumante che ha fatto Filanda de Boron di Tiene di Trento (TN) nel loro Lauro extra dry. Una bella e ricca bollicina. Buono anche il loro bianco Dedit affinato in botti d’acacia dove le note di frutta gialla matura vanno a braccetto con i lievi sentori di acacia. Rotondo e di corpo conquista il cuore.

Non lo so se il futuro dei vini è PIWI, quello che so è che quelli assaggiati mi sono piaciuti molto e mi hanno conquistato con il loro corredo aromatico inedito e la grande eleganza che hanno saputo esprimere. Sono certo che sempre più popoleranno le nostre tavole.

Luca Gonzato

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