Erbaluce di Caluso DOCG, Selezione Oro 2017, Caretto

L’Erbaluce è una varietà a bacca bianca piemontese che viene coltivata principalmente nel Canavese ed in particolare nei comuni di Caluso e limitrofi. Un territorio collinare con suoli di derivazione morenica con matrice di sabbia e ciottoli. Le uve hanno la particolarità d’essere molto versatili, tanto che ne vengono realizzati ottimi spumanti Metodo Classico, vini bianchi e passiti. L’origine del nome contempla diverse ipotesi, la prima è legata al colore delle bacche che risplendono al sole e tendono all’ambra nella maturazione, nonché al nome Albaluce che a sua volta ha origini da Alba lux e si riferisce all’età romana in cui è stata introdotta la varietà. Vi è poi la leggenda che vuole l’Erbaluce nascere dalle lacrime della ninfa Albaluce figlia del Sole e dell’Alba. L’Erbaluce era già molto apprezzata nel 1600 dai nobili piemontesi ed è stata la prima varietà a bacca bianca piemontese ad ottenere la DOC nel 1967, diventata poi DOCG nel 2010.

L’Erbaluce di Caluso DOCG che assaggio proviene dal comune di San Giorgio Canavese ed è prodotta dall’Azienda Agricola Caretto. È la Selezione Oro dell’annata 2017, derivata da una cernita accurata delle uve e con un volume alcolico del 14%. Caretto produce anche una versione “base” e un passito da Erbaluce.
Trovo interessante la proposta del “grande” bianco da affinamento in quanto valorizza ulteriormente questo vitigno autoctono piemontese.

Alla degustazione brilla luminoso nel calice che sembra appena imbottigliato. Il bouquet aromatico è complesso, ci ritrovo dei fiori bianchi, i frutti di ananas, banana, mela… è però una nota balsamica a scatenare le mie fantasie, qualcosa che mi ricorda i boschi di montagna, le pinete e le bacche di ginepro.
L’ingresso è fresco con una bella acidità e sapidità che accompagna il sorso. Si allarga setoso nel palato con sensazioni pseudocaloriche e gliceriche alle quali fanno da contraltare pulsioni minerali e sapide sulla punta della lingua. Nel retronasale ci trovo ricordi di miele e fieno. La persistenza è lunga, sfuma sulle morbidezze. Il volume alcolico si sente ma servendo il vino molto fresco sui 10/12° si tiene a bada e il tutto risulta armonico.
Mi ha sorpreso scoprire il calore e l’avvolgenza di questa selezione di Erbaluce, davvero buona. Comunica un vino importante e strutturato.

Come abbinamento, merita d’essere accompagnato da preparazioni importanti, penso ad esempio al coniglio alla cacciatora o ad arrosti. Pensavo alla bellezza di organizzare una cena estiva che inizia con aperitivo a base di spumante Erbaluce, primi piatti freschi con Erbaluce d’annata, secondo con questa Erbaluce “Oro” e infine il passito. (…ma ad un distillato non ha ancora pensato nessuno?)

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