Di quei rossi che al primo assaggio ti fanno rilassare e godere il piacere della degustazione.
L’entry level Le Macchiole ‘spacca’ o meglio si dimostra un ‘piacione’ in quanto a gradevolezza. Figlio della migliore personalità Bolgherese. Blend di Merlot 50%, Cabernet Sauvignon 20%, Cabernet Franc 15% e Syrah 15.
Ogni varietà suona il suo spartito in un concerto orchestrale in cui l’armonia suscita l’applauso. Il frutto di ciliegia in confettura, le erbe aromatiche, i piccoli frutti neri e la speziatura… c’è tutto in questi 750ml con il 14% di Vol.. Il tannino è lavorato, come lana cardata, diventa soffice e liscio nel palato. Il corpo è robusto e rimane a lungo nel palato con i suoi aromi. Caldo e avvolgente senza rinunciare alla fragranza degli aromi. Fermenta con lieviti indigeni e affina prevalentemente in barrique usate per 10 mesi e in cemento per il 20%. La macchia mediterranea è nel sottofondo aromatico, in primo piano la piacevolezza qualitativa Le Macchiole.
Se vuoi andare sul sicuro e mettere in tavola un buon vino rosso senza dover fare un bonifico questo è il vino giusto.
Da uve di Piedirosso 100%. Bel rosso succoso, con ricordi aromatici di ciliegia, marasca… e accenti di rosa canina e macchia mediterranea. Fragrante e tannico al punto giusto. Ottimo nell’accompagnare carni grigliate, perfetto con una succulenta salamella. Servito fresco esprime bene la sua vena minerale/salina del terroir vulcanico. Non strizza l’occhio alle ruffianerie del gusto standardizzato. Ha personalità gustativa e sincera piacevolezza. Poi c’è l’etichetta, davvero bello l’occhio disegnato, immagino lo sguardo verso una notte dalla luna rossa, la sorpresa e la passione si accendono. Magia estiva… e ottimo rapporto qualità/prezzo.
Il 48 è uno Spumante Metodo Classico, Brut Nature che conquista al primo sorso. Il colore dorato è solo l’anticipo di qualcosa di strutturato dove il territorio dell’Oltrepò Pavese insieme al vitigno Pinot Nero si uniscono in una grande espressione gustativa. L’eleganza e il corpo si ergono come una piramide nel cui vertice le bollicine brillano di gioia come fuochi d’artificio.
Le note di sottobosco, di lieviti e di pasticceria si stringono in un sorso verticale, solido, che si mantiene vivo nella sua freschezza e croccantezza degli aromi. Sfumature agrumate e floreali fanno da corollario ad una complessità degna di un metodo classico di alto livello. 48 sono i mesi di affinamento sui lieviti di questo spumante rifermentato in bottiglia da agricoltura biologica. Le bollicine continuano a salire, come il mio piacere ad ogni sorso.
È uno Spumante che destinerei alla migliore accoglienza delle persone care. Eleganza ed espressione naturale si accompagnano a piatti altrettanto veri come possono essere gli insaccati prodotti nel territorio. Da assaggiatore ogni tanto capita che si senta l’esigenza di non dire altro e di invitare semplicemente all’assaggio, è questo il caso.
Atis è un Bolgheri Superiore dal profilo aromatico complesso, davvero invitante, i frutti rossi incontrano la macchia mediterranea donando profumi balsamici eleganti e intensi, di bacche nere, erbe aromatiche e spezie.
Annalisa e Michele Scienza conducono l’azienda agricola in armonia con il territorio e con l’intento di farlo esprimere in tutto il suo potenziale nei loro vini.
L’assaggio conferma l’eleganza e gli aromi ai quali si aggiungono note di tostatura in legno che arrotondano il sorso e lasciano ricordi speziati di vaniglia e cioccolato.
Ha un corpo robusto, potente nelle sensazioni al palato, di pienezza e struttura, senza risultare troppo impegnativo nel sorso. Ha un’acidità di base che lo rende equilibrato e piacevole pur avendo un volume alcolico del 14,5%. Il tannino è vellutato e ben integrato nella trama complessiva.
Nel finale torna un bel frutto rosso sotto spirito lasciando la bocca pulita con sensazioni dolci e morbide. Pare quasi superfluo dire che la persistenza è lunghissima e di grande finezza.
Atis arriva da un assemblaggio di uve prevalentemente di Cabernet sauvignon insieme a Rebo e Cabernet franc. Le piccole particelle dei vigneti sono coltivate sulla collina di Segalari in Bolgheri, con esposizione est-ovest su terreni di origine alluvionale costituiti da una matrice sabbiosa-argillosa ricca di ciottoli.
Affina due anni in barrique di rovere e un anno in bottiglia prima d’essere messo in commercio.
ATIS è il nome di un re che un mito pone alle origini degli Etruschi, prima civiltà della nostra terra e primi viticultori.
Non voglio dare punteggi ma lo metto tra i grandi rossi e tra i miei preferiti. Un vino che parla dell’Italia e del magnifico territorio bolgherese, un tuffo nella vegetazione mediterranea in cui si sente il respiro del mare intorno.
Visto il periodo lo consiglio in abbinamento alla tradizionale grigliata di Pasquetta.
Terre Alfieri è una delle ultime iscrizioni a DOCG (2020), proveniente dalla DOC Asti. La denominazione è retta da due pilastri della viticoltura piemontese: Arneis e Nebbiolo.
La zona di produzione si estende nei comuni di Antignano, Celle Enomondo, Cisterna d’Asti, Revigliasco, San Damiano, San Martino Alfieri e Tigliole, tutti in provincia di Asti. Nella DOCG vi sono anche parte dei comuni di Castellinaldo, Govone, Magliano Alfieri e Priocca in provincia di Cuneo.
La vicinanza alle più note DOCG a base Nebbiolo fa del Terre Alfieri una interessante opportunità per scoprire un’altra espressione del Nebbiolo. I suoli della zona sono composti da sabbie, argille, calcare e limo.
Terre Alfieri Arneis: uve Arneis minimo 85%; possono concorrere uve a bacca bianca, non aromatiche. Terre Alfieri Nebbiolo: uve Nebbiolo minimo 85%; possono concorrere uve a bacca rossa, non aromatiche.
Tre Terre Alfieri Nebbiolo in degustazione
· Monte de Stephano 2018, Vaudanogaggie · Terre Alfieri Nebbiolo 2018, Franco Giacinto · Belgardo 2017, Cascina Vengore
Negli assaggi ho riscontrato una comune caratteristica di fragranza/freschezza. Dimostrano d’essere vini godibili già nei primi anni d’affinamento. In tutti e tre ho trovato elementi di piacevolezza e personalità che si sono distinti per il tipo di affinamento. Penso che il passaggio in legno riesca a dare qualcosa in più ma debba essere ben dosato per lasciare spazio all’espressività del vitigno.
Note di degustazione:
Monte de Stephano 2018, Vaudanogaggie
Terre Alfieri Nebbiolo. Comune di Cisterna d’Asti 13,5% Vol. – 100% Nebbiolo Terreno: Sabbioso, calcareo. Esposizione/Altitudine: Est, Sud-Est da 250 a 350 m s.l.m.. Vinificazione: Fermentazione tradizionale con macerazione a cappello emerso per 7 giorni. Maturazione In tini di acciaio.
Rosso rubino-granato. Profumo fine ed elegante. Ciliegia, fragolina, violetta, sottobosco. All’assaggio si conferma nell’eleganza e negli aromi. Nel retrogusto arriva un ricordo aromatico speziato, di liquirizia e pepe bianco. Ha scorrevolezza e freschezza. Il tannino è evoluto e ben integrato. Si distende levigando il palato che via si scalda grazie al 13,5% di Vol. Nel finale torna la speziatura a lasciare un bel ricordo sulla lingua. Mi piace per l’equilibrio, una compostezza che tiene insieme tutte le componenti in un sorso fine e composto.
Terre Alfieri Nebbiolo 2018, Franco Giacinto
Terre Alfieri Nebbiolo. Comune di San Damiano d’Asti 14% Vol. – 100% Nebbiolo Esposizione/altitudine: Sud – Sud/Ovest a circa 200 m s.l.m. Vinificazione: 10-12 giorni di macerazione a contatto delle proprie bucce in botti d’acciaio, con temperatura controllata. Affinamento: 8 mesi barrique 10 mesi in bottiglia
Rosso granato scuro e intenso. Olfatto evoluto ed invitante. Ciliegie sotto spirito, vaniglia, gomma arabica. Tannino preciso, aromi gustosi di frutti rossi macerati accompagnati da calde sensazioni avvolgenti. Ha corpo strutturato, robusto. Una lunghezza che apre orizzonti gustativi. Un bel Nebbiolo, adulto e muscoloso. La persistenza è lunga. Chiama un cibo importante, magari un brasato o uno spezzatino. Mi piace per la struttura, l’evoluzione e le note di tostatura dell’affinamento in legno. Ci sento tradizione e classicità, belle sensazioni e piacevolezza.
Belgardo 2017, Cascina Vengore
Terre Alfieri Nebbiolo. Comune di Cisterna d’Asti 14% Vol. – 100% Nebbiolo Da agricoltura organica e rigenerativa. Vinificazione: Fermentazione di 10-12 giorni in vasche termocontrollate a 28°C e steccatura a cappello sommerso per 15 giorni, in contemporanea alla fermentazione malolattica. Affinamento di 16 mesi in botte di rovere di Slavonia da 2,5 hl.
Rosso granato. Naso complesso, abbastanza intenso. Frutti rossi e neri sotto spirito, viola, erbe aromatiche e spezie. Sfumatura mentolata, legni pregiati, cuoio. L’assaggio è caldo e vellutato con una sensazione polverosa al palato. Bel tannino, presente ed evoluto con grazia. Nel retrogusto torna il frutto di mora e ciliegia insieme ad una elegante balsamicità. Ha corpo e finezza. C’è equilibrio delle parti e armonia negli aromi. L’affinamento di 16 mesi in botte l’ha addomesticato senza invadere coi sentori di tostatura. È una cornice che mette in risalto le qualità del Nebbiolo. Mi piace per come si allunga, per l’armonia e la personalità. Mantiene tensione e piacevolezza. Ottimo nel complesso. In abbinamento metterei delle tagliatelle al ragù di selvaggina, o meglio, i tipici tajarin piemontesi.
Complimenti ai produttori per l’espressività dei loro vini. Come amante dei vini da Nebbiolo non posso che essere attratto dal volerne provare altri.
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