Categoria: falanghina

Viva le streghe

Si aprono i dehors dei locali o più semplicemente le terrazze di casa e si inizia a degustare vini freschi all’aperto. Quello che vi presento è perfetto per un aperitivo, servito sugli 8°, o per una cena leggera, ad esempio a base di mozzarella di bufala, oppure ad accompagnare una frittura di pesce. Si tratta di un vino bianco da uve di Falanghina, del Sannio Beneventano, cioè la zona est della Campania, quella incastonata tra Molise, Puglia e Basilicata e che non è bagnata dal mare. Una zona vocata alla coltivazione della vite e patria di altri eccellenti vini come l’Aglianico, il Greco ecc. Questa Falanghina è stata prodotta dalla Cooperativa Agricola La Guardiense con l’ausilio di un Enologo di fama internazionale, Riccardo Cotarella. Si chiama Janare Senete 2017. Janare significa ‘streghe’ nel Beneventano. Si presenta con un ricco e potente corredo aromatico, di fiori bianchi che mi fanno pensare a quelli d’arancio e a frutti maturi come la pesca gialla e l’ananas. I profumi sono fragranti, invitanti. Bello l’impatto. Avevo un ricordo molto diverso di altre Falanghine assaggiate, decisamente più sottili e anonime. Questa invece ha personalità. Ha grande freschezza (acidità) e una sapidità davvero piacevole. Risulta ben equilibrata con le morbidezze, il volume alcolico è del 13,5%. Rotonda nella sensazione in bocca e complessivamente con un bel corpo. Il finale è agrumato, fresco, con una buona persistenza. Ha un carattere deciso ed elegante. Bella Falanghina, tra i 7 e i 9€. 

Luca Gonzato

Riccardo Cotarella e sei grandi espressioni del vino Italiano 

Serata speciale quella organizzata da Onav Milano, con la partecipazione del famoso enologo nonché presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella, che insieme al Presidente di Onav Vito Intini e ai produttori dei vini in degustazione, ci hanno guidato alla scoperta di sei magnifiche realtà italiane.

Vito Intini e Riccardo Cotarella

Il valore del territorio e delle persone prima ancora del vitigno, la peculiarità italiana di avere oltre 350 vitigni autoctoni che possono garantire un futuro di prosperità per i nostri vini, l’imprescindibile traguardo della qualità, che si raggiunge con la ricerca, la sperimentazione e l’applicazione di precise tecniche di intervento in vigna e di lavorazione in cantina. Sembrerebbero semplici regole ma comportano un impegno che nel passato è stato spesso disatteso, con enologi messi in disparte a favore di produzioni quantitative dove magari i vini venivano annacquati per riempire più bottiglie. Solo da qualche decennio l’impegno di tutte le figure coinvolte nella filiera del vino si sono messe alla ricerca della qualità, più che della quantità. Il merito va ai giovani enologi e ai produttori lungimiranti che hanno capito il valore del proprio territorio e come farlo esprimere al meglio nei propri vini. A Cotarella e alla cooperativa La Guardiense si deve la riscoperta di vitigni come la Falanghina che un tempo erano ritenuti ‘anonimi’ e che invece sanno esprimere carattere e territorio con grande personalità. Oppure l’Albarossa, che grazie all’impegno dell’Azienda Bricco dei Guazzi, ha riportato in auge questo vitigno piemontese poco conosciuto, in grado di fondere insieme le caratteristiche di Nebbiolo e Barbera aggiungendo valore al territorio del Monferrato. Poi c’è la bella realtà del Brunello di Montalcino dove territorio e vino sono un tutt’uno conosciuto nel mondo. I vini pugliesi, Negroamaro, Nero di Troia e Primitivo, che un tempo  viaggiavano sulle navi per andare a dare colore e consistenza ai vini del nord, ora brillano della propria luce grazie all’impegno di tanti produttori di qualità. Sono tante le realtà che hanno visto coinvolto Cotarella in oltre 50 vendemmie, è bello ascoltarlo e percepire quanto abbia fiducia nelle giovani generazioni e nel futuro dei vini italiani, ci rende orgogliosi di condividere a testa alta il racconto delle eccellenze vinicole italiane. Cotarella dice che “il vino perfetto non esisterà mai“, c’è sempre un margine di miglioramento, aggiungo io che i vini degustati non saranno perfetti ma sono dei gran bei vini.

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I Mille per la Falanghina 2015, Sannio Dop, La Guardiense

A presentare il primo vino è Domizio Pigna, Presidente de La Guardiense. Azienda fondata nel 1960 da 33 soci, oggi ne conta circa mille. Agricoltori che coltivano a conduzione diretta più di 1.500 ettari di vigneto situati in collina a un’altitudine di circa 350 metri, con una produzione media annua di circa 200.000 quintali di uve. In Campania nella provincia di Benevento. Falanghina invecchiata 3 mesi in barrique, si presenta giallo paglierino brillante con profumi di frutti tropicali, mango, frutto della passione, banana, pesca bianca. Armonico, rotondo e morbido con finale acidico/agrumato, persistente. Bell’inizio.

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Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva 2004, Vigna Novali, Moncaro

Enologo Giuliano Ignazi. La Cantina di Montecarotto si trova nell’area classica dei Castelli di Jesi, Marche. Produce vini dal 1964 quando viene fondata la Società Cooperativa. Le uve di Verdicchio hanno una buccia molto spessa per questo viene fatta una macerazione di 18 ore a contatto che permette l’estrazione aromatica. Una piccola parte affina in barrique per 7/8 mesi. Quattordici gli anni di attesa per questo bianco che si mostra di un bel giallo dorato cristallino nel calice. Note evolutive, minerali, mielato che arriva al caramello, agrumi canditi, ananas, zafferano, sentori balsamici e bella acidità con sensazione burrosa in bocca. Maturo e armonico, gran piacere degustarlo.

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Brunello di Montalcino 2013, La Poderina Tenute del  Cerro

Presenta Francesco Ceccarelli, Trade Marketing Manager di Tenute del Cerro (Gruppo Unipol SAI). La Poderina è a Castelnuovo dell’Abate Montalcino (Siena). Le uve sono di Sangiovese Grosso qui chiamato Brunello. Vigneti con esposizione sud-est. Il vino è rosso rubino con riflessi aranciati, il colore abbastanza scarico ricorda quello del Pinot nero. Profumi di frutta rossa, marasca, vena speziata di pepe e chiodi garofano, vaniglia e un fondo terroso gradevole, percezioni vinose di giovinezza. Tannini fini, bella tattilità, elegante, lunga persistenza e corrispondenza gusto-olfattiva. Ottimo, con possibilità di ulteriore miglioramento in un paio di anni.

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Albarossa 2016, Bricco dei Guazzi

Presenta l’Azienda il suo Amministratore Alessandro Marchionne. Bricco dei Guazzi è nel Monferrato, comune di Olivola (Alessandria), fa parte del gruppo Genagricola che si occupa di viticoltura, agricoltura, allevamento e fonti rinnovabili. L’Albarossa è un vitigno clone dell’incrocio tra Nebbiolo e Barbera, selezionato come il migliore tra quelli sperimentati nel lontano 1938 dal Dott. Dalmasso, ampelografo originario dell’Astigiano. Il vino ha un colore intenso simile alla Barbera, profumi floreali, spicca la rosa, note di talco, frutti rossi, spezie dolci, noce moscata. Fresco ed elegante con nota di liquirizia, tattile, masticabile. Questa è la terza annata che viene prodotto. È stata una bella scoperta questa Albarossa che metto al Top della serata.

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Ogrà Syrah 2013, Famiglia Cotarella

Presenta Riccardo Cotarella. L’Azienda fondata nel 1979 con il nome Falesco è ora diventata Famiglia Cotarella proprio a significare il forte legame familiare che unisce i fratelli Renzo (amministratore delegato della Marchesi Antinori) e Riccardo Cotarella, entrambi enologi che hanno ora messo alla guida dell’azienda la terza generazione, rappresentata dalle figlie Dominga, Marta ed Enrica. La sede è a Montecchio (Terni), al confine tra Lazio e Umbria. In degustazione, l’Ogrà è rubino intenso, profumi di frutti rossi, cipria, pepe, legno fresco, floreale, ancora vinoso con sensazione vanigliata, morbido ed elegante al palato con il tipico aroma di liquirizia del Syrah. Gran bel Syrah.

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Selvarossa Riserva Salice Salentino 2013, Cantina Due Palme

Presenta Francesco Fortunato, giovane enologo. La cooperativa nasce nell’89, conta 1000 soci e 2500 ettari vitati. È una realtà importante nel nostro Paese che produce 15 milioni di bottiglie ed esporta in 45 paesi. Aggiungo una nota personale, conoscevo la Cantina per il loro Susumaniello, un rosso morbido e gustoso davvero piacevole, viene proposto ad un prezzo inferiore ai 10 euro. Stasera ho la conferma della bontà dei loro vini assaggiando questo Salice Salentino Riserva. Aromi di piccoli frutti rossi maturi, spezie dolci, cipria, grafite, frutto dolce, vanigliato. Bella freschezza, lunghissimo con questa prugna matura a far capolino. Se non è sul primo, è sul secondo gradino del podio. 

Luca Gonzato

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