Categoria: degustazione

035 2021, Pietramatta

Amore e sesso trovano nel vino un complice per consentire di lasciarsi andare al piacere. Un calice di Champagne può conquistare come un Passito siciliano. Ognuno trova in un determinato vino qualcosa di sensuale. Ci sono centinaia di sfumature per sbloccare le serrature dell’altro. Per una serata romantica consiglio questo 035 di Pietramatta,

Le uve di Moscato di Scanzo sono le protagoniste, insieme ad un piccolo apporto di Merlot. Il passito di Moscato di Scanzo è famoso e pluripremiato, un “dolce” da uve a bacca rossa memorabile.

Andrea Sala, il titolare, riesce a fare qualcosa di diverso e unico con queste uve. Un vino secco, rosato e ambizioso. Mette insieme la dolcezza aromatica dei piccoli frutti rossi come fragola di bosco, ciliegia, amarena a note floreali di rosa e richiami di erbe aromatiche mantenendo una bella acidità che suscita salivazione e freschezza al palato.

Ne risulta un vino intrigante che conquista e abbraccia il palato in un dolce retrogusto. Un rosato strutturato, elegante, fine e sensuale. Con il 13,5% di volume alcolico… Consiglio di degustarlo molto fresco, con pesce crudo marinato o Sushi. Poi osate …come in questo vino.

48 Ancestrale Bianco, Castello di Stefanago

Il 48 è uno Spumante Metodo Classico, Brut Nature che conquista al primo sorso.
Il colore dorato è solo l’anticipo di qualcosa di strutturato dove il territorio dell’Oltrepò Pavese insieme al vitigno Pinot Nero si uniscono in una grande espressione gustativa.
L’eleganza e il corpo si ergono come una piramide nel cui vertice le bollicine brillano di gioia come fuochi d’artificio.

Le note di sottobosco, di lieviti e di pasticceria si stringono in un sorso verticale, solido, che si mantiene vivo nella sua freschezza e croccantezza degli aromi. Sfumature agrumate e floreali fanno da corollario ad una complessità degna di un metodo classico di alto livello.
48 sono i mesi di affinamento sui lieviti di questo spumante rifermentato in bottiglia da agricoltura biologica.
Le bollicine continuano a salire, come il mio piacere ad ogni sorso.

È uno Spumante che destinerei alla migliore accoglienza delle persone care. Eleganza ed espressione naturale si accompagnano a piatti altrettanto veri come possono essere gli insaccati prodotti nel territorio.
Da assaggiatore ogni tanto capita che si senta l’esigenza di non dire altro e di invitare semplicemente all’assaggio, è questo il caso.

Atis 2017, Guado al Melo

Atis è un Bolgheri Superiore dal profilo aromatico complesso, davvero invitante, i frutti rossi incontrano la macchia mediterranea donando profumi balsamici eleganti e intensi, di bacche nere, erbe aromatiche e spezie. 

Annalisa e Michele Scienza conducono l’azienda agricola in armonia con il territorio e con l’intento di farlo esprimere in tutto il suo potenziale nei loro vini.

L’assaggio conferma l’eleganza e gli aromi ai quali si aggiungono note di tostatura in legno che arrotondano il sorso e lasciano ricordi speziati di vaniglia e cioccolato.

Ha un corpo robusto, potente nelle sensazioni al palato, di pienezza e struttura, senza risultare troppo impegnativo nel sorso. Ha un’acidità di base che lo rende equilibrato e piacevole pur avendo un volume alcolico del 14,5%. Il tannino è vellutato e ben integrato nella trama complessiva.

Nel finale torna un bel frutto rosso sotto spirito lasciando la bocca pulita con sensazioni dolci e morbide. Pare quasi superfluo dire che la persistenza è lunghissima e di grande finezza.

Atis arriva da un assemblaggio di uve prevalentemente di Cabernet sauvignon insieme a Rebo e Cabernet franc. Le piccole particelle dei vigneti sono coltivate sulla collina di Segalari in Bolgheri, con esposizione est-ovest su terreni di origine alluvionale costituiti da una matrice sabbiosa-argillosa ricca di ciottoli. 

Affina due anni in barrique di rovere e un anno in bottiglia prima d’essere messo in commercio.

ATIS è il nome di un re che un mito pone alle origini degli Etruschi, prima civiltà della nostra terra e primi viticultori.

Non voglio dare punteggi ma lo metto tra i grandi rossi e tra i miei preferiti. Un vino che parla dell’Italia e del magnifico territorio bolgherese, un tuffo nella vegetazione mediterranea in cui si sente il respiro del mare intorno.

Visto il periodo lo consiglio in abbinamento alla tradizionale grigliata di Pasquetta.

Fuflus 2015, Vallarom

Vino proveniente da uve di Cabernet Sauvignon, Syrah, Merlot e Cabernet Franc coltivate in regime biologico nella Vallagarina, su terreno calcareo-dolomitico. Vinificazione a contatto con le bucce di 15-18 giorni e maturazione prima in barrique per 18 mesi e poi in botte grande per 6 mesi ed altri 18 mesi in bottiglia.

In etichetta è riportata una mappa del 1700 in cui il fiume Adige che scorre vicino all’azienda è indicato come Fuflus a ricordare il fluttuare dell’acqua ma anche il dio etrusco del vino Fufluns.

Il vino si presenta con un colore compatto, rubino sull’unghia. Profumi di piccoli frutti neri macerati, more, mirtilli. Ricordi vegetali di sottobosco ed erbe balsamiche.

L’assaggio mostra un vino ‘vivo’, succoso nella percezione del frutto. Il tannino è evoluto, morbido nel palato. Ingresso fragrante poi si espande e si allunga lasciando una scia aromatica nel retrogusto in cui arriva tutta la complessità di questo vino. Le note balsamiche si aggiungono ad una mineralità e finezza che rendono il vino molto piacevole. Inizialmente l’ho degustato leggermente fresco, poi lasciandolo aprire mostra la bella speziatura dell’affinamento in legno, si arrotonda ed espande riempiendoti il palato di aromi che ricordano il cacao e legni esotici.
Ha muscolatura e corpo, trasmette vigore e territorialità. Mi piace come tutte e quattro le varietà disegnino un profilo armonico in cui emerge il territorio e la filosofia produttiva di Filippo Scienza.

Il Fuflus di Vallarom è in sintesi l’espressione di una viticoltura antica che trova nell’equilibrio con la natura la sua sintesi. Un vino rosso che chiama le carni rosse e i formaggi di malga. Da provare.

Terre Alfieri DOCG

Il Piemonte e i suoi gioielli

Terre Alfieri è una delle ultime iscrizioni a DOCG (2020), proveniente dalla DOC Asti. La denominazione è retta da due pilastri della viticoltura piemontese: Arneis e Nebbiolo.

La zona di produzione si estende nei comuni di Antignano, Celle Enomondo, Cisterna d’Asti, Revigliasco, San Damiano, San Martino Alfieri e Tigliole, tutti in provincia di Asti. Nella DOCG vi sono anche parte dei comuni di Castellinaldo, Govone, Magliano Alfieri e Priocca in provincia di Cuneo.

La vicinanza alle più note DOCG a base Nebbiolo fa del Terre Alfieri una interessante opportunità per scoprire un’altra espressione del Nebbiolo. I suoli della zona sono composti da sabbie, argille, calcare e limo.

Tipologie
Terre Alfieri Arneis (anche Superiore)
Terre Alfieri Nebbiolo (anche Superiore e Riserva)

Terre Alfieri Arneis: uve Arneis minimo 85%; possono concorrere uve a bacca bianca, non aromatiche.
Terre Alfieri Nebbiolo: uve Nebbiolo minimo 85%; possono concorrere uve a bacca rossa, non aromatiche.

Tre Terre Alfieri Nebbiolo in degustazione

· Monte de Stephano 2018, Vaudanogaggie
· Terre Alfieri Nebbiolo 2018, Franco Giacinto
· Belgardo 2017, Cascina Vengore

Negli assaggi ho riscontrato una comune caratteristica di fragranza/freschezza. Dimostrano d’essere vini godibili già nei primi anni d’affinamento. In tutti e tre ho trovato elementi di piacevolezza e personalità che si sono distinti per il tipo di affinamento. Penso che il passaggio in legno riesca a dare qualcosa in più ma debba essere ben dosato per lasciare spazio all’espressività del vitigno.

Note di degustazione:

Monte de Stephano 2018, Vaudanogaggie

Terre Alfieri Nebbiolo. Comune di Cisterna d’Asti
13,5% Vol. – 100% Nebbiolo
Terreno: Sabbioso, calcareo. Esposizione/Altitudine: Est, Sud-Est da 250 a 350 m s.l.m.. Vinificazione: Fermentazione tradizionale con macerazione a cappello emerso per 7 giorni. Maturazione In tini di acciaio.

Rosso rubino-granato.
Profumo fine ed elegante. Ciliegia, fragolina, violetta, sottobosco.
All’assaggio si conferma nell’eleganza e negli aromi. Nel retrogusto arriva un ricordo aromatico speziato, di liquirizia e pepe bianco.
Ha scorrevolezza e freschezza. Il tannino è evoluto e ben integrato. Si distende levigando il palato che via si scalda grazie al 13,5% di Vol. Nel finale torna la speziatura a lasciare un bel ricordo sulla lingua.
Mi piace per l’equilibrio, una compostezza che tiene insieme tutte le componenti in un sorso fine e composto.

Terre Alfieri Nebbiolo 2018, Franco Giacinto

Terre Alfieri Nebbiolo. Comune di San Damiano d’Asti
14% Vol. – 100% Nebbiolo
Esposizione/altitudine: Sud – Sud/Ovest a circa 200 m s.l.m. Vinificazione: 10-12 giorni di macerazione a contatto delle proprie bucce in botti d’acciaio, con temperatura controllata. Affinamento: 8 mesi barrique 10 mesi in bottiglia

Rosso granato scuro e intenso.
Olfatto evoluto ed invitante. Ciliegie sotto spirito, vaniglia, gomma arabica.
Tannino preciso, aromi gustosi di frutti rossi macerati accompagnati da calde sensazioni avvolgenti.
Ha corpo strutturato, robusto. Una lunghezza che apre orizzonti gustativi. Un bel Nebbiolo, adulto e muscoloso.
La persistenza è lunga. Chiama un cibo importante, magari un brasato o uno spezzatino.
Mi piace per la struttura, l’evoluzione e le note di tostatura dell’affinamento in legno. Ci sento tradizione e classicità, belle sensazioni e piacevolezza.

Belgardo 2017, Cascina Vengore

Terre Alfieri Nebbiolo. Comune di Cisterna d’Asti
14% Vol. – 100% Nebbiolo
Da agricoltura organica e rigenerativa.
Vinificazione: Fermentazione di 10-12 giorni in vasche termocontrollate a 28°C e steccatura a cappello sommerso per 15 giorni, in contemporanea alla fermentazione malolattica. Affinamento di 16 mesi in botte di rovere di Slavonia da 2,5 hl.

Rosso granato. Naso complesso, abbastanza intenso. Frutti rossi e neri sotto spirito, viola, erbe aromatiche e spezie. Sfumatura mentolata, legni pregiati, cuoio.
L’assaggio è caldo e vellutato con una sensazione polverosa al palato. Bel tannino, presente ed evoluto con grazia. Nel retrogusto torna il frutto di mora e ciliegia insieme ad una elegante balsamicità. Ha corpo e finezza. C’è equilibrio delle parti e armonia negli aromi. L’affinamento di 16 mesi in botte l’ha addomesticato senza invadere coi sentori di tostatura. È una cornice che mette in risalto le qualità del Nebbiolo.
Mi piace per come si allunga, per l’armonia e la personalità. Mantiene tensione e piacevolezza. Ottimo nel complesso.
In abbinamento metterei delle tagliatelle al ragù di selvaggina, o meglio, i tipici tajarin piemontesi.

Complimenti ai produttori per l’espressività dei loro vini. Come amante dei vini da Nebbiolo non posso che essere attratto dal volerne provare altri.

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