Pasqua con il Cesanese del Piglio

Cesanese del Piglio DOCG, Romanico 2014, Coletti Conti

È quasi Pasqua, si celebra la passione di Cristo, sangue, resurrezione… non voglio essere blasfemo, ma più che alla sofferenza penso ai giorni di vacanza. Con quale vino festeggiarli?, non può che essere un ‘rosso’ mi dico. Per convincermi che questo Romanico sia il vino giusto ho trovato due motivazioni, la prima è che proviene dalla regione simbolo del cattolicesimo, il Lazio; la seconda è che gli attuali proprietari della Cantina produttrice discendono dalla famiglia Conti, che annovera nelle sue discendenze ben quattro papi. Ce ne sarebbe una terza, che potrebbe invogliare qualcuno a stapparne una bottiglia proprio nel giorno di Pasqua, ed è l’abbinamento con le carni d’Agnello, sarebbe perfetto, così come con altre pietanze a base di carne o primi molto strutturati. No dai, lasciate perdere gli agnellini che mi viene l’angoscia a suggerire di metterli nel piatto. Lo assaggio da solo, poi a cena mi inventerò qualcosa che possa starci bene vicino. Cinghiale ad esempio, questo si può o indigna anche lui?. Mi sto allontanando dall’argomento rischiando di far arrabbiare chi per scelta non mangia carni, torniamo al vino. Il Romanico, già il nome ci porta nella zona d’origine, prodotto con uve Cesanese di Affile 100%, coltivate nelle colline del Frusinate e più precisamente nella zona di Anagni su suoli di origine vulcanica, ad un’altezza di circa 230 m/slm. Il Cesanese di Affile è un vitigno storico che però risulta poco conosciuto se non a chi mastica vino. Lo troviamo nella DOCG Cesanese del Piglio, il vino rosso simbolo di questa regione, considerato il Pinot Noir del Lazio. Una vera perla nel panorama vinicolo italiano che attraverso la versione di Coletti Conti ci mostra al meglio le proprie caratteristiche aromatiche e strutturali. All’olfatto si presenta con una bella nota balsamica, quasi mentolata e di spezie, liquirizia, più lo ruoto nel calice e più sprigiona sentori diversi, dai frutti rossi alla viola, a note eleganti e sottili di legno. In bocca dimostra una grande struttura, si esaltano i frutti rossi, ciliegia ma anche vaniglia, di nuovo queste bellissime sensazioni di erbe profumate, timo, lavanda. È morbido, vellutato e solo alla fine ne percepisci la grande componente tannica che sembra dirti ‘dai dammi qualcosa da mangiare che ti faccio vedere io’, (fatto). È lungo, caldo (15% Vol. Alcol), con un bel finale balsamico, abbastanza sapido, molto persistente, sono passati 20 secondi dalla deglutizione ed è ancora qui. A ragione questo vino ha ricevuto numerosi premi. Anche secondo me merita almeno 90 punti per l’armonia che dimostra. Si può trovare al costo di circa 26,00€. Lo inserisco nella mia selezione dei preferiti e a voi che leggete non mi resta che auguravi una serena Pasqua e un calice di Romanico davanti al piatto, qualunque esso sia.

Luca Gonzato