Categoria: Franciacorta

Franciacorta DOCG brut, SoloUva

Chardonnay e Franciacorta sono un connubio perfetto quando si parla di vini spumanti. In questo SoloUva Brut si aggiunge poi la caratteristica territoriale di Adro, con i suoli morenici (limi, argille e detriti), e una vinificazione che gli conferisce tipicità. 

È un Metodo Classico rifermentato in bottiglia senza aggiunta di zuccheri, al loro posto viene utilizzato il mosto conservato dopo la pressatura. Riposa poi sui lieviti per 24 mesi e quando è il momento della sboccatura e del dosaggio, si usa ancora una piccola percentuale di mosto (4g/l) per la versione Brut. A questo punto lo spumante è pronto, ma rimane ancora qualche mese in bottiglia prima della commercializzazione.

Il risultato è intrigante. I profumi hanno il bel frutto fresco dello Chardonnay e si aggiungono note balsamiche vegetali. Le bollicine, fini e numerose, portano nel palato tanta freschezza. Raggiunge sensazioni aromatiche di erba sfalciata e mentuccia che si allargano poi sul frutto bianco e su note appena accennate di pasticceria. Il tutto è condito da una bella sapidità. Di fatto è un extra brut, verticale e persistente negli aromi. 

All’opulenza e rotondità che spesso si riscontrano in altri Franciacorta, qui prevale la freschezza e la finezza e una tipicità davvero interessante.

Forever ‘Pas Dosé’… il Mosnel

Dal cuore della Franciacorta, a Camignone, uno spumante metodo classico che si presenta come un fiero spadaccino del ‘500 pronto ad affondare la sua fredda lama nei palati rattrappiti dai tanti …secchini. Non dovrei fare paragoni ma di fronte a cotanta personalità che irrora di freschezza ogni anfratto della bocca…Vorrei venisse istituita la categoria ‘pas dosé’ come standard negli spumanti (vuol dire, senza dosaggio, cioè senza aggiunta di zuccheri ad ammorbidirlo). L’altro, quello più consumato dagli italiani, è di norma dosato con 12-17 g/l di zucchero prima della tappatura finale. Ok che si parte da uve e metodi rifermentativi diversi, però la chiacchierata con un amico sommelier sul fatto che questi ‘ultrasecchi’ piacciono solo a noi mi ha fatto pensare a cosa piace ai ‘tanti’. Per provare a convincere un consumatore sulla bontà di uno spumante come questo, posso dire che se ne apprezzano maggiormente i profumi. Nel Mosnel sono fragranti, di agrumi, mandarino, con sensazioni ‘verdi’ che ricordano la primavera di un campo fiorito. Ci trovi aromi di piccola pasticceria secca, penso ai biscotti e agli amaretti. Poi è sapido e minerale, ti solletica la lingua con il suo pizzicorio. No, non è finita, perchè non è solo un’uva a fare questo spumante ma tre, la principale è lo Chardonnay (60%) ed infatti lo puoi sentire e vedere all’orizzonte, con le sue note rotonde e calde, poi c’è del Pinot bianco (30%) e del pinot nero (10%)…vuol dire più complessità aromatica e corpo.
Questo Franciacorta Pas Dosé di Mosnel affina per 30 mesi sui lieviti, in bottiglia, prima della sboccatura e della tappatura finale. Superfluo dire che è elegante e i suoi aromi ti accompagnano a lungo.
Insomma ok mela e pera ma vuoi mettere con la ‘macedonia con la panna sopra’? 🤣

Luca Gonzato

Buonissimo compleanno

Per i suoi 54 anni, l’Associazione Italiana Sommelier, delegazione di Milano, ha organizzato un banco di degustazione strepitoso, con oltre 100 cantine italiane. Un regalo davvero apprezzato da tutti i soci. Non pensavo che ne avrei scritto un post ma alcuni dei vini erano così buoni che me ne sono innamorato e voglio farveli conoscere.

SPUMANTI

Lombardia, Franciacorta Brut Millesimo 2013 Freccianera dei  Fratelli Berlucchi. L’uvaggio è 80% Chardonnay, 10% Pinot bianco, 10% Pinot Nero. Affina 55 mesi sui lieviti. Il costo è sui 22€. L’ho trovato ‘magico’. Grande armonia e lunghezza in questo spumante per le grandi occasioni.

Lombardia, Franciacorta Brut Nature, Mosnel, 24 mesi sui lieviti, Chardonnay 70%, Pinot Bianco 20%, Pinot nero 10%. Altro grande Franciacorta che sorprende sempre per la personalità che esprime. Affinamento 24 mesi. Costo sui 20€. Il biglietto da visita da presentare a casa degli amici.

BIANCHI

Dal Friuli Venezia Giulia la Malvasia istriana Soluna 2017 di Livon. Malvasia istriana 100%. Costo sui 15€. Una malvasia senza compromessi, piace oppure no. Io l’ho trovata fantastica. Le uve appassiscono una decina di giorni, macerazione a freddo e fermentazione in acciaio. Costo sui 15€. Rock n’ Roll.

Dall’Alto Adige il Manna 2017 di Franz Haas. Da 5 tipi di uve vinificate separatamente e poi assemblate. Riesling Renano 40%, Chardonnay 20%, Gewurztraminer 15%, Kerner 15%, Sauvignon 10%. Il costo è sui 20€. Una sinfonia di aromi. Lo vedrei bene in una cena romantica, magari al primo appuntamento. Un vino che conquista. 

Dalla Campania, il Greco di Tufo Giallo d’Arles 2018 di Quintodecimo. Uve Greco 100%. Ennesima conferma da questo bianco tra i miei preferiti. Bello assaggiarlo adesso, ancora giovane, ed apprezzarne la fragranza del frutto. Costo sui 35€. Una garanzia di bontà.

ROSATI

Dall’Abruzzo, il Cerasuolo d’Abruzzo Villa Gemma 2018 di Masciarelli. Uve Montepulciano 100%. Costo sui 10€. Mi è piaciuto un sacco trovare le caratteristiche del Montepulciano in una forma così delicata e godibile. 

Dalla Puglia il rosé 2018 Girofle di Severino Garofano. Uve Negramaro 100%. Costo anche lui sui 10€. Piccoli frutti rossi e melograno che danzano nel palato.

ROSSI

Il miglior vino in assoluto assaggiato oggi: Tenuta Sette Ponti Vigna dell’Impero, bottiglia numero 03230/12688. Un Sangiovese in purezza da vigne di oltre 80 anni. La tenuta si trova in Valdarno. La Vigna dell’Impero risale al 1935, fu fatta piantare da S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia Conte di Torino, su richiesta del cugino S.A.R. Amedeo d’Aosta, Vice Re d’Etiopia, per festeggiare e ricordare la vittoria italiana in Abissinia. Sono 3 ettari a terrazzamenti interamente costruiti a mano. Il vino è un concentrato di tutto quello che si può desiderare in un rosso. Armonia, corpo, tannini vellutati, ampio bouquet aromatico, piacevolezza e persistenza. Affina due anni in botte grande. Epico. Online il costo di questa bottiglia è sugli 85€, è così buono che non mi sento di dire che costa troppo.

Sempre dalla Toscana e sempre Sangiovese, il Brunello di Montalcino 2012, Tenuta Col d’Orcia. Affina in barrique per 4 anni. Costo sui 30€. Il rosso da mettere in tavola con una gigantesca fiorentina.

Dall’alto Piemonte, nel Novarese, il Boca 2015 Le Piane. Uvaggio di Nebbiolo 85% e Vespolina 15%. Affina 36-48 mesi in botte grande. costo sui 50€. Ventaglio aromatico strepitoso. Adorabile sotto ogni punto di vista.

Sempre in Piemonte, da uve Nebbiolo al 100% il Barolo Ravera 2011 di Cogno. Affina 24 mesi in botte grande. Costo 50/60€. Un Barolo che all’austerità preferisce l’eleganza, gran corpo ed armonia.

Dalla Basilicata un grande Aglianico del Vulture Superiore, della casa vinicola Armando Martino. Da uve 100% Aglianico del Vulture. Affina circa un anno in barrique e almeno un’altro in bottiglia. Il costo si aggira sui 35€. Anche questo grandioso nella parte aromatica, eccellente.

È sempre bello festeggiare i compleanni, soprattutto quelli degli altri. 

Grazie Ais e grazie ai produttori!

Luca Gonzato

Esperti in Franciacorta, da Ferghettina

Una giornata in famiglia, anzi due, quella di Onav e quella di Ferghettina 🥂❤️🍾 in Franciacorta, ad Adro, nel regno della bollicina italiana. L’occasione è stata la consegna dei diplomi di Esperti Assaggiatori.

Ferghettina produce vini dal 1991. Sono 200 gli ettari coltivati e circa mezzo milione le bottiglie prodotte. Il nome Ferghettina deriva dal primo appezzamento acquistato ad Erbusco. Ambiente giovane e familiare in Ferghettina, bellissima la struttura con annessa cantina sviluppata su tre livelli.

Sono sette le versioni di Franciacorta prodotte, una scelta che esalta sui vini le differenze dei diversi terreni della proprietà. Impressionanti i 150 serbatoi di vinificazione ma ancor di più il caveau dove sono conservati i campioni di tutte le annate.

Per festeggiare il diploma ci siamo spostati nella terrazza con vista sulle vigne e abbiamo assaggiato tre belle espressioni di Franciacorta baciate da sole. Ferghettina Brut (85% Chardonnay e 15% Pinot nero), bella bollicina, agrumata, fresca in ingresso, piena e rotonda nel finale quasi burroso. Poi il Milledì, 100% Chardonnay, nella tipica bottiglia a base quadrata brevettata da Ferghettina. La forma quadrata consente una maggiore superficie di contatto dei lieviti che, all’opposto, nelle bottiglie tradizionali, occupano solo una striscia (a bottiglia sdraiata). Beh, questo Chardonnay mi è piaciuto molto per la sua finezza ed eleganza. Il terzo ed ultimo assaggio è stato un grande ed apprezzato regalo offerto da Ferghettina, l’Eronero 2009. Spumante 100% Pinot nero che è stato sui lieviti 5 anni ed ha poi riposato in bottiglia per presentarsi oggi in una forma smagliante. Rosato ramato con una complessità olfattiva davvero interessante. Spiccano sentori di rabarbaro e caramello ma anche di piccoli frutti rossi. Il sorso è appagante sotto ogni punto di vista, ti trasporta lontano, senti qualcosa di speciale che solo l’età può dare.

Complimenti a Ferghettina per l’alta qualità dei suoi Spumanti e ad Onav per la bella giornata passata insieme. Grazie a tutti ed in particolare a Giovanna, Roberto e Tommaso con i quali ho condiviso il percorso di studi e tante degustazioni.

Luca Gonzato

Franciacorta, Orgoglio Italiano

Era il 1955 quando il giovane enologo Franco Ziliani, incontrò a Palazzo Lana Guido Berlucchi, discendente dei nobili Lana de’ terzi. Berlucchi lo aveva chiamato per migliorare il suo vino troppo torbido. Ziliani aveva però il sogno di realizzare quello che in Francia era lo Champagne e lo convinse ad intraprendere questa avventura che avrebbe poi dato alla luce, nel 1961, il primo Pinot di Franciacorta con rifermentazione in bottiglia, lo stesso metodo che in Francia è chiamato Champenoise. A loro si aggiunse nell’impresa l’Avvocato Giorgio Lanciani. Palazzo Lana e la sede di Berlucchi sono a Borgonato di Corte Franca in provincia di Brescia.

Il nome Franciacorta deriva da ‘corte franca’, perchè in epoca medievale la zona era esentata dal pagamento di dazi. Nel 1967 viene conferita la Doc Franciacorta e nel 1990 nasce il consorzio di Tutela con 29 iscritti che nel corso degli anni aumenteranno fino agli oltre 200 attuali. Nel 1995 diventa DOCG. La Franciacorta si estende in un’area di 250 chilometri quadrati tra il Lago d’Iseo e la città di Brescia. Il suolo è di derivazione morenica (glaciazioni), con stratificazioni di calcari, ghiaie, sabbie, detriti di varia natura, selci, limi e argille. La vicinanza del Lago mitiga le correnti fredde provenienti dalla Val Camonica creando un microclima ideale per la vite.

Le vigne sono perlopiù coltivate a Chardonnay e in piccola parte a Pinot Nero e Pinot Bianco. Nel disciplinare di produzione è consentito anche l’Erbamat, vitigno storico autoctono che però non può superare il 10%. Una delle versioni più interessanti del Franciacorta è il Satén, realizzato solo da uve a bacca bianca, Chardonnay e Pinot bianco, con minor sovrapressione in bottiglia. Si contrappone a quello che in Francia è il ‘Blanc de blanc’, (bianco da uve bianche). Satén vuole ricordare la seta, la sua trama liscia, il satinato, caratteristiche che ben rappresentano questa tipologia di Spumante che in bocca si esprime con morbidezza e scivolosità. 

Sono oltre 100 le cantine del Consorzio (vedi infografica), in stragrande maggioranza a conduzione familiare. Un vissuto di storia familiare e vitivinicola che si tramanda di generazione in generazione come nel caso dei figli di Ziliani che sono ora alla guida di Berlucchi. Sarebbe bello poter raccontare la storia e le caratteristiche di ogni Franciacorta prodotto nella zona ma né tempo né risorse lo consentono. Ho scelto quindi due Franciacorta da due Cantine che possono ben rappresentare questa Denominazione di Origine Controllata e Garantita: Palazzo Lana di Berlucchi e Annamaria Clementi di Cà del Bosco. Il primo l’ho acquistato direttamente in Berlucchi quando ricevetti l’agognato diploma e il Tastevin di Sommelier Ais, il secondo invece l’ho assaggiato durante una degustazione. Siamo di fronte a due Spumanti eccellenti che superano di gran lunga numerosi Champagne assaggiati, si esprimono con caratteri unici e memorabili. Sono gli Spumanti delle grandi occasioni, quelli che se dovete festeggiare qualcosa di importante vi consiglio di stappare. Se poi avete la possibilità di berli più frequentemente non posso che invidiarvi. Il prezzo, seppur giustificato, non è esattamente alla portata di tutti. Entrambi sono famosi e super premiati. Anche il neofita, di fronte alla domanda ‘quale Spumante?’ potrebbe rispondervi Berlucchi o Cá del Bosco.

Palazzo Lana Satèn Riserva 2008, Berlucchi

100% Chardonnay. Le uve provengono dalla migliore selezione tra i 520 ettari coltivati di cui 85 sono di proprietà Berlucchi. Fermentazione in tini d’acciaio e affinamento in barrique di rovere per 6 mesi sui lieviti. Seconda fermentazione in bottiglia e affinamento per almeno 7 anni sui lieviti, seguito da altri 6 mesi dopo la sboccatura. Cristallino, con bollicine abbastanza numerose, fini e persistenti. Giallo paglierino tenue. Sentori di mela gialla, limone, confetti, note di erbe balsamiche, bellissima complessità e sensazione di freschezza che ti accompagna in bocca in una lunga persistenza. Elegante ed armonico. Acquistato in cantina a 50 euro.

Cuvée Annamaria Clementi 2007, Cà del Bosco

55% Chardonnay, 25% Pinot Bianco, 20% Pinot Nero. Uve provenienti dalle vigne nei Comuni di Erbusco, Adro, Corte Franca, Iseo e Passirano. Prima fermentazione in piccole botti di rovere e riposo sui lieviti per 6 mesi, rifermentazione in bottiglia metodo classico, affinamento per oltre 8 anni sui lieviti. Perlage finissimo, cristallino, giallo paglierino con riflessi dorati, consistente, olfatto intenso, profumi di pesca, agrumi, fieno, miele, minerale. In bocca è morbido con bella acidità e sapidità, intenso e persistente. Elegante ed armonico. Il costo di questa cuvée si aggira intorno ai 90 euro.

In entrambe le degustazioni mi è capitato quello che mi succede ogni volta che mi trovo ad assaggiare qualcosa di veramente speciale, come se si accendesse un’insegna luminosa nel cervello che ti dice, ‘ecco la perfezione’, accompagnata da quella sensazione di felicità che si prova quando si riceve una bellissima sorpresa. Ripensando ai cugini d’oltralpe, mi sento orgogliosamente Italiano, grazie a Berlucchi e Cà del Bosco.

Luca Gonzato 

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